Monsignor Nuti – il ricordo di un aglianese illustre

Monsignor Nuti – il ricordo di un aglianese illustre

di Piera Salvi

dicembre 2021

Fu vicario apostolico per l’Egitto dal 1922 al 1941 e subì anche un’aggressione. Monsignor Igino Nuti è un aglianese illustre che il 19 novembre scorso è stato ricordato dall’associazione “Insieme per la Terra Santa” di Pistoia, proprio ad Agliana sua terra natale, alla quale rimase profondamente legato.

Monsignor Nuti, al secolo Michelangelo, era nato il 22 gennaio 1883, ad Agliana, nella parrocchia di San Piero, da genitori di estrazione sociale umile, provenienti da famiglie di braccianti. Michelangelo fu educato alla religione cristiana dai genitori che erano devoti praticanti. Il 10 ottobre 1898, a 15 anni, entrò nel collegio serafico di Giaccherino (Pistoia) dove si distinse per l’assiduità agli studi. Il 25 agosto 1900, a 17 anni, vestì il saio dei frati minori, cambiando il nome da Michelangelo a Igino, nel convento di Bosco ai frati del Mugello. Dall’anno successivo fino al 1904 si dedicò agli studi liceali e delle scienze sacre nel convento francescano di San Romano a Montopoli Valdarno, poi studiò teologia a Siena dove fu ordinato sacerdote il 27 aprile 1907, dal vescovo di Montepulciano, monsignor Giuseppe Battignani. Si trasferì poi a Roma, nel collegio di S. Antonio per approfondire gli studi della Sacra scrittura. Dopo un breve periodo a Fiesole, tornò a Roma per frequentare il Pontificio istituto biblico. Con l’entrata dell’Italia in guerra, il 10 luglio 1916 fu chiamato alle armi e assegnato all’8° Compagnia sanità, con l’incarico di assistente spirituale degli ufficiali austriaci prigionieri di guerra. Nel dicembre 1918 Igino Nuti ottenne di commutare il servizio militare con la missione apostolica in Palestina. Giunse quindi a Gerusalemme, dove si occupò con spirito di abnegazione al quotidiano servizio del Santo Sepolcro, fino ad essere nominato segretario della Santa Custodia, un delicato e importante ufficio a cui si dedicò con intenso lavoro per tre anni.

Il 20 dicembre 1921, a 38 anni, papa Benedetto XV lo nominò vescovo e vicario apostolico d’Egitto. Nuti fu l’ultimo vescovo nominato nel pontificato di Benedetto XV, che morì il 22 gennaio 1922 e fu poi consacrato vescovo sul Monte Calvario il 19 marzo 1922. Pochi giorni dopo si trasferì ad Alessandria d’Egitto nel suo nuovo ufficio di vicario apostolico d’Egitto, incarico che ricoprì fino alla fine del 1941, quando dovette dimettersi per le pressioni del governo inglese sul Vaticano durante la seconda guerra mondiale. “Il periodo in cui monsignor Nuti ricoprì l’incarico” si legge nella sua biografia “l’ambiente egiziano era politicamente difficile per la diversità di religioni, per l’ostilità delle varie chiese e per la rivalità dei cittadini di diversa nazionalità. Durante la sua missione Nuti promosse opere missionarie, con l’erezione di chiese e scuole, si interessò alla formazione del clero, favorì e incoraggiò gli istituti d’assistenza e istruzione tenuti da religiosi. Nel marzo 1932 subì un’aggressione da parte di un armeno che lo pugnalò dopo avere ricevuto da lui un’elemosina. Rimase gravemente ferito, gli occorsero quattro mesi di ospedale, non si ristabilì completamente, ma perdonò l’aggressore”. Dopo le dimissioni rientrò a Roma, nel collegio di S. Antonio, trascorrendo il resto della sua vita come frate nella perfetta regola francescana. Morì il 21 aprile 1966, a 83 anni. Ebbe esequie solenni a Roma e poi ad Agliana e venne sepolto nel cimitero di San Piero, dove riposa.

Monsignor Nuti è stato recentemente ricordato con una celebrazione della messa presieduta dal vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli, nella chiesa di San Piero (dove c’è una targa a lui dedicata). La sera, nel teatro Moderno di Agliana la figura del vescovo Nuti è stata rievocata da Mariangela Maraviglia (storica, ricercatrice in scienze religiose e scrittrice) e da due parenti di quarta generazione: don Piergiorgio Baronti, parroco di Bottegone e l’aglianese Moreno Nuti. «L’ho conosciuto» ricorda Moreno Nuti «era autorevole ma umile e mi faceva sentire a mio agio. Rimase sempre molto legato ad Agliana».

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