di Ferdinando Santini
giugno 2018
L’osteoporosi (osso poroso) è una malattia sistemica dell’apparato scheletrico, ad eziologia multifattoriale, caratterizzata da una ridotta massa ossea (*) e da un deterioramento della sua microarchitettura, che conduce ad una aumentata fragilità e conseguente aumento del rischio di frattura (**). L’osso è in continuo divenire, cioè viene continuamente demolito tramite alcune cellule(osteoclasti) e sintetizzato da altre (osteoblasti). Nel giovane la sintesi prevale con un picco di massa ossea e di resistenza è raggiunto intorno ai 30 anni. Poi ogni giorno, con il tempo, si erode un po’ di massa e gli osteoblasti producono meno osso, così che questo si indebolisce sempre più, andando incontro a microlesioni che attivano gli osteoclasti, addetti a rimuovere l’osso danneggiato. La degradazione e la fragilità aumentano. Così l’osso si indebolisce progressivamente fino a rompersi con traumi minimi (può bastare un colpo di tosse).
Da non sottovalutare che i sintomi possono essere inferiori alla gravità del quadro clinico.
Le sedi più colpite sono: vertebre, bacino (anca e femore) e polso. La frequenza della osteoporosi aumenta con l’età (in Italia ne sono affette almeno 5 milioni di persone, soprattutto donne – 80% dei casi – dopo la menopausa).
L’età è il primo fattore di rischio, purtroppo non modificabile. La metà delle donne raggiunge la soglia di frattura a 65 anni; il 20 per cento dei maschi a 70 anni. Arriva prima a questa soglia chi, a 30 anni, aveva una massa ossea bassa (la prevenzione deve cominciare in giovane età, con una vita sana e attiva). Altri importanti fattori di rischio sono la corporatura minuta, i bassi livelli di estrogeni e di testosterone, l’ipertiroidismo, la sedentarietà, le diete povere di calcio e di vitamina D, l’abuso di alcol e il fumo. Fattori di protezione sono l’attività fisica (aerobica e soprattutto di forza), la buona alimentazione, oltre la supplementazione di calcio e di vitamina D durante i pasti.
Risposte a domande ricevute.
(*) La MOC non cura, e non va ripetuta spesso. Serve a fare un punto sullo stato della nostra massa ossea, a quella determinata età, e conoscere il rischio di frattura. Il tuo medico saprà agire di conseguenza al referto clinico.
(**) Frattura o Rottura, (di un segmento osseo), ha lo stesso significato. Pertanto non indicano un diverso grado di gravità dell’evento.