di David Colzi
maggio 2013
Di origini pugliesi, ma pratese di adozione, Pietro Scuccimarra può essere definito a tutti gli effetti aglianese ad honorem, dato che per 34 anni ha insegnato “Educazione musicale” alle scuole medie B. Sestini e per 11 anni è stato direttore artistico della Banda “I Tigrotti”. Insomma un musicista completo, che ha vissuto nella musica e per la musica, iniziando da ragazzo gli studi di clarinetto sotto la guida del Maestro pistoiese Aldemaro Dugini alla scuola comunale di Prato, affinandosi poi al conservatorio Cherubini di Firenze con Detalmo Corneti, già primo clarinetto del “Maggio Musicale Fiorentino”. Da autodidatta, o quasi, si è interessato anche di direzione musicale, avendo la fortuna di conoscere personalità del calibro di Giuseppe Sinopoli e Ferruccio Scaglia, grazie anche al suo ruolo di concertista. Come direttore, si è concentrato su formazioni di musica da camera allargata, affrontando partiture impegnative per fiati e archi.
Come clarinettista, ha suonato, tra gli anni 70′ e ’80, nell’orchestra di Torre del Lago durante la stagione pucciniana ed è stato primo clarinetto dell’orchestra comunale di Lucca. Da professore, ha insegnato musica alla Sestini dal 1975 al 2009, mentre alla scuola comunale Mabellini Pistoia è stato insegnante di clarinetto dal 1978 al 1996. «Quando ho iniziato» precisa Scuccimarra «era stato introdotto da poco il flauto dolce nell’insegnamento alle scuole medie; questo mi ha permesso di far conoscere ai ragazzi tutti gli aspetti della musica, sia teorica che pratica».
Alla passione del Professore Pietro Scuccimarra si deve anche la messa in scena di “Pierino e il lupo” di Prokof’ev, realizzata con ragazzi delle medie nel 2001; nel 2008 fu la volta del “Barbiere di Siviglia” di Rossini. Entrambe le opere furono proposte in forma di dialogo; così gli studenti di seconda e terza media, mimavano e raccontavano le scene delle opere, accompagnati dalla musica dell’Ensemble Cameristico Pistoiese, una formazione specializzata nell’esecuzione del repertorio cameristico creata sempre da Scuccimarra negli anni ’80, formato da neo diplomati della Mabellini e professionisti, che ha dato molte soddisfazioni e prestigio al mondo della musica classica pistoiese fino al 2008, anno in cui il gruppo si è sciolto. La prima realizzazione dell’opera di Prokof’ev andò talmente bene che venne bissata l’anno successivo al Parco Pertini (con l’aggiunta di un’ulteriore suite, “Quadri di una Esposizione” di Musorgskij).
«Non è impossibile far avvicinare i ragazzi alla musica classica;» afferma Scuccimarra «ad esempio nelle mie esperienze alla Sestini, ho fatto in modo che gli studenti e le loro famiglie avessero una parte attiva nella realizzazione degli spettacoli, realizzando costumi e scenografie.» E’ soddisfatto del suo percorso di insegnamento? «Sì, anche perché tra scuole medie e Mabellini ho visto molti miei ex studenti fare strada nella musica, sia come professionisti che come insegnanti.» Molti studenti la ricordano ancora con affetto; lei come se lo spiega? «Probabilmente perché non ho mai messo barriere tra me e loro, e ho sempre dato il massimo cercando di stimolare i ragazzi ad entrare nel mondo della musica in tutte le sue forme, da quella lirica a quella popolare, senza tralasciare incursioni nella musica leggera. D’altronde non esiste un repertorio di serie A e uno di serie B; quando un brano è interessante, vale sempre la pena approfondirlo.»
Arrivando alla storia recente di “Tigrotti” (2001 – 2012), che lo ha visto impegnato sia nella scuola della banda sia nella direzione, il Maestro Scuccimarra ci ricorda alcuni concerti che lo hanno particolarmente emozionato e che sottolineano il suo interesse per tutti i generi musicali. Su tutti, il concerto con le musiche da film, fatto in occasione del Giugno Aglianese di qualche anno fa, assieme alla proiezione di lungometraggi durante l’esecuzione dei pezzi. Altro bel ricordo legato al Giugno Aglianese, è il concerto fatto con il gruppo “L’Isola di Uait” che portò in piazza più di mille persone. E adesso, ha qualche nuovo progetto? «Nessuno.» conclude sorridendo Pietro Scuccimarra «A 66 anni non me la sento più di rimettermi in gioco, andando magari a suonare in un’orchestra; io ho dato tutto quello che potevo alla musica, sia come insegnante che come professionista; ora, largo ai giovani!»