Quando Don Camillo e Peppone… sono fratelli!

Quando Don Camillo e Peppone… sono fratelli!

di Massimo Cappelli

maggio 2012

Amatissimi lettori,

È il 14 giugno e nella posta trovo un invito per me alquanto singolare: l’ordinazione al presbiterato dell’amico don Maurizio Andreini per questo 29 giugno. Devo dire la verità, leggendo distrattamente “don Maurizio”, non ho capito subito, ma ho avuto un flashback che mi ha ricondotto a Walter Matthau, l’attore comico americano che ha interpretato il prete ne “Il piccolo diavolo” di Roberto Benigni. Poi, quando ho realizzato, sinceramente mi sono anche un po’ commosso.

Ho conosciuto Maurizio Andreini all’inizio della mia carriera di pubblicitario nel 1988: suo padre Antonio, tappezziere in via Sestini a Pistoia, è stato uno dei miei primi clienti. Maurizio con il fratello gemello Massimo, appena ventenni, erano da poco entrati a lavorare dal padre come collaboratori. Ora, qualcuno di voi penserà: “O cosa c’entra il titolo di questo concludendo?” Ebbene, ho fatto riferimento ai personaggi di Guareschi prima di tutto perché la diversità che c’è fra Maurizio e Massimo mi rimanda a don Camillo e Peppone, Il diavolo e l’Acqua Santa; ma soprattutto perché, in queste due paginette, vorrei cercare di esprimere il mio umile pensiero sul senso della vita, e su come tutti noi, pur essendo diversi (anche due gemelli!) negli atteggiamenti, ci confermiamo, nelle nostre diversità, straordinariamente importanti per la collettività.

Prima di andare avanti, non posso però non collegare la storia dei gemelli Andreini a quella, analoga, dei gemelli Tofani. Anche loro quarratini: don Paolo, parroco di San Piero in Agliana e Santomato (fra l’altro intervistato su questo numero da Marco Bagnoli) e suo fratello Patrizio, storico elettrauto in Quarrata, forse illuminato, più che dalla Fede, dai fari dei camion del Chiti Romaro. In sostanza, la metafora è questa: siamo tutti fratelli, cioè a dire, quando un individuo si adopera con buonsenso per migliorare la società in cui vive, per esempio attraverso il faticoso lavoro quotidiano, non è molto diverso dal Sacerdote che dall’Altare impartisce l’omelia. Paolo e Maurizio hanno ricevuto dal Vescovo il Sacramento dell’ Ordine, ma a Patrizio o a Massimo, moltissime persone, hanno trasmesso “l’ordine” di far ripartire l’auto o di abbellire, con nuove tende, la propria casa… e questi sono stati soddisfatti! Chi lavora prega, dice un vecchio proverbio toscano, anche se a volte, presi proprio dai problemi del lavoro, tanti vanno contro ai Comandamenti, e addirittura molti, per brutta abitudine, usano, nelle proprie conversazioni, la bestemmia al posto della punteggiatura. Io però sono convinto che quando si fanno peccati lavorando, ne vengono abbonati la metà.

Tanti auguri a don Maurizio e grazie dell’invito. Vedrò di essere presente il 29 giugno all’inizio del tuo Servizio Sacerdotale. Tanti auguri a don Paolo, anche se è molto tempo che non ci vediamo, leggo sempre del tuo operato altruista, libero e genuino. Tanti auguri a Massimo Andreini, con la speranza di fare ancora tante campagne pubblicitarie assieme. Tantissimi auguri a Patrizione Tofani, che possa, per tanto tempo ancora, suonare il suo sax…  migliorando!

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