di Piera Salvi
settembre 2023
Resiste, fra tradizione e adeguamento ai tempi, la macelleria “Bonacchi Roberto” attiva da sessant’anni e ormai l’unica rimasta nell’area centrale di Agliana. Gli storici commercianti raccontano che negli anni Ottanta ad Agliana c’erano una ventina di macellerie, ora ne sono rimaste due: Marini alla Ferruccia e Bonacchi a San Piero. Roberto Bonacchi e la moglie Anna Maria Breschi sono ancora in negozio con i figli Simone e Sara. «Si resiste» dice Sara «con una estrema attenzione al rapporto qualità-prezzo». Nonostante siano entrambi ultraottantenni, Roberto e Anna Maria ci dicono con orgoglio: «Siamo ancora iscritti alla Camera di commercio e finché possiamo lavorare manterremo l’iscrizione».
Nel 2015, la macelleria salumeria è stata premiata da Confcommercio e comune di Agliana per oltre 50 anni di attività. Inoltre, Roberto e Anna Maria hanno entrambi ricevuto l’attestato di “Maestro del commercio”. Ma l’esperienza di Roberto nel settore delle carni risale a quando era bambino. «Quando avevo 7 anni» ricorda «mio padre Marino, detto Camicione, che faceva il mediatore di bestiame, mi mandò a lavorare come garzone nella macelleria di Gino Palandri, in via Roma. La mattina andavo a scuola e il pomeriggio in macelleria, per cinquemila lire a settimana. Alla morte di Palandri rilevai l’attività. Era il 1963 e con me in macelleria c’era mia moglie: eravamo giovani sposi». Anna racconta: «Ho imparato con lui l’arte della macelleria. Prima avevo lavorato in fabbrica a Prato, dove andavo in bicicletta, o in autobus se pioveva. Avevo cominciato a 15 anni». Raccontano che negli anni Sessanta i macellai acquistavano i vitelli e provvedevano alla macellazione, all’epoca c’erano i macelli ad Agliana. Il trasferimento del negozio nella sede attuale, in via Della Libertà, avvenne negli anni Settanta e nel 1993 ci fu un’evoluzione, con il rinnovo del negozio e l’allestimento di un angolo con prodotti alimentari. Simone è entrato nell’attività di famiglia nel 1985, Sara nel 1997. «Dagli anni Ottanta» spiega Simone «abbiamo incrementato la produzione di salumi e dal 2008 abbiamo un prosciuttificio a San Michele per la salatura e stagionatura di prosciutto, spalla e pancetta».
Mentre facciamo la nostra intervista, in macelleria è un viavai di clienti che arrivano anche dall’area pistoiese e pratese e l’atmosfera è quella genuina delle botteghe di vicinato, dove si acquistano prodotti di qualità e si socializza. Pur con delle innovazioni e l’attenzione alle mutate esigenze dei clienti, l’attività è rimasta tradizionale. «Vendiamo molta carne a taglio» riferiscono Roberto e Anna Maria «perché la clientela affezionata conosce il prodotto e cerca carne di qualità. La bistecca è sempre molto richiesta ma, rispetto al passato, vendiamo più carne bianca e anche in questa riscontriamo differenze: fino agli anni Settanta i clienti compravano il pollo intero, anche con il collo e le zampe, oggi si vende molto il petto di pollo. Prima tanti compravano il prosciutto intero, ora si vende a etti, oppure pezzi confezionati sottovuoto».
Roberto e Anna sono insieme, in casa e in bottega, da sessant’anni, hanno condiviso tanto amore e tanto lavoro svolto con abilità e passione, tanti ricordi. «Negli anni Sessanta e Settanta» raccontano «nel giorno del Giovedì Santo si appendevano i vitelli in macelleria, decorati con fiori. In via Roma eravamo aperti anche la domenica mattina, le donne uscivano dalla messa e venivano in macelleria con il velo in testa. Nei primi tempi avevamo solo la Lambretta, la nostra vita era in bottega, il giorno per servire i clienti, la sera, anche fino all’una di notte, per preparare salami e salsicce. Ma siamo molto soddisfatti».
La storia della famiglia e della macelleria Bonacchi è incorniciata in negozio, sintetizzata in una poesia, divertente e affettuosa, della poetessa aglianese Fioretta Bardazzi.