di Marco Bagnoli. Foto: Gabriele Bellini
settembre 2016
Si può dire che l’incontro tra Yuri e l’arte sia avvenuto sin da bambino, quando realizzava copie di disegni, anche se nessuno in casa dipingesse o che altro. Finite le medie abbandona il mondo dell’arte fino ai ventiquattro anni circa, quando sarà il suocero del fratello, il pittore aglianese Paolo Palandri, a incoraggiarlo a dipingere di fronte alla tela bianca, siamo all’incirca intorno al Duemila. È grazie al suo interessamento se Yuri partecipa alle prime estemporanee, occasioni di pittura legate ad un luogo da ritrarre dalla mattina alla sera – un lavoro impegnativo, scoprirà Yuri, adatto a pittori avvezzi. La sua prima estemporanea si tiene proprio ad Agliana e queste giornate di pittura frutteranno i primi riconoscimenti che lo invoglieranno a continuare, almeno fino al 2006.
È proprio a quest’altezza cronologica che Yuri frequenta il corso di disegno di Paolo Tesi e quello di acquerello steineriano di Leonardo Maraviglia, due incontri con due personalità che si riveleranno preziose per il suo percorso. L’acquerello steineriano in particolare, che pone la priorità sul colore e solo successivamente sulla forma, si rivelerà in qualche modo profetico del nuovo “modo” in cui la pittura di Yuri troverà espressione. Dal 2008 inizia infatti il suo periodo variamente definibile come informale e astratto, uno stile che non sembra trovare una definizione precisa, cosa questa che dà molta soddisfazione a Yuri, perché il non essere facilmente etichettabile gli sembra meglio. Lui stesso prende le distanze dal modello informale, poiché l’informale vero si rende ostico alla lettura e richiede molta fantasia, mentre nei suoi quadri dopo un po’ di tempo qualcosa ce la vedi. Dal 2008 ad oggi sono circa duecento i quadri dipinti e numerose le mostre alle quali ha partecipato – l’ultima in ordine di tempo, la Triennale di Verona dello scorso giugno, una piazza aperta a mille pittori. Una delle più significative è stata senza dubbio la mostra al Carrousel du Louvre tenutasi a Parigi lo scorso anno, sempre in giugno, un’occasione per apprezzare e confrontarsi con artisti di un livello permanete superiore.
Il 2015 è anche l’anno del suo primo premio alla galleria la Spadarina di Piacenza, un concorso sul tema “passato presente futuro”. Il mondo dell’arte, si sa, non si rivela particolarmente economico per l’artista che vi opera, ed è per questo che in attesa di una futura condizione di artista finanziato, bisogna per il momento ricorrere all’autofinanziamento, e quindi bisogna scegliere e selezionare gli inviti a mostre ed esposizioni, pur numerosi, per quanto esotici e prestigiosi. L’incontro col curatore Vincenzo Cignarale lo aiuterà a prender coscienza della sua condizione di pittore e della sua aspirazione a poterlo diventare di professione, iniziando, tanto per cominciare, dal curare un’attenta attività di catalogazione delle proprie opere, indispensabile per la storicizzazione dell’artista e quindi anche per presentarsi ad una mostra con delle credenziali in regola; è grazie a lui che le sue opere girano tra Ravenna, Ferrara, Miami, il Vaticano, la Svezia e la Cina.
Yuri cerca di non essere geloso delle sue opere, se non di pochissime, e alcuni dei suoi lavori donati o messi a disposizione di aste di beneficenza sono lì a testimoniarlo; un atteggiamento che esprime alla perfezione la disciplina buddista da lui abbracciata dal 2009 circa, un’attenzione alla dimensione spirituale delle cose che si ritrova alla perfezione nei suoi quadri – sempre che gli si dedichi il tempo necessario…
Oggi Yuri studia al liceo artistico serale presso il Leon Battista Alberti di Firenze, un’esperienza che gli sta dando un sacco di soddisfazioni, in attesa di uno studio tutto suo nell’amata Firenze.