di David Colzi
agosto 2011
Un rapper molto in voga fra i giovani, Caparezza, in una delle sue ultime canzoni, Goodbye Malinconia, canta tra ironia e serietà l’esodo che molti giovani intraprendono verso l’estero, al fine di realizzare i loro sogni lavorativi, proprio perché oggi in Italia, la situazione non è particolarmente favorevole. Esempio calzante di questa tendenza è Vanessa Crocini, montalese (dell’Aringhese), che da quattro anni vive a Los Angeles per realizzare le sue ambizioni… dietro la macchina da presa. Il tutto però è iniziato al rovescio, cioè con lei davanti all’obbiettivo, come ci spiega:<<A otto anni per la prima volta mi sono trovata sul set come attrice di pubblicità per i giocattoli Gig, fino al Panforte Sapori e alla Topexan. Ho avuto la fortuna di lavorare con un grande regista come Nanni Loy e vedere un grande professionista in azione che mi ha ispirata>>. Da queste esperienze matura la passione per la macchina da presa, che la porterà, finite le superiori, a fare studi nel settore: <<Ho frequentato il DAMS a Bologna, con il percorso di studi (teorici) di Cinema. Come si sa però in Italia di studi pratici se ne fanno pochi quindi, per fortuna, è arrivata la possibilità di andare in California>>. E così è iniziato il suo primo grande viaggio, con la borsa di studio per la University of California, potendo così toccare con mano l’industria cinematografica e televisiva americana, ovvero “la fabbrica dei sogni”. Dopo la Laurea in Italia, “scappa” di nuovo negli U.S.A. nel 2007, per un master Post Laurea e qui si appassiona ai documentari, passione che dura ancora oggi.
A questo punto una domanda è d’obbligo: Ci fa un bilancio dei suoi primi anni americani? <<I primi quattro anni losangelini mi hanno visto maturare molto sia a livello personale che su quello professionale. Ho conosciuto tante persone che mi hanno sicuramente aiutato, insegnato, influenzato su tanti livelli. Mi piace Los Angeles, anche se la definisco una giungla, perché è una città dove si ha l’opportunità di fare tante cose. Non so se rimarrò qui per tutta la vita perché mi ritengo felice con la valigia sempre pronta, ma sicuramente L.A. è la mia base, ormai è casa. Ho fondato a gennaio la mia casa di produzione, la 2503 Productions e ho intenzione di continuare sulla stessa strada che ho intrapreso>>. Arrivati a questo punto, potremmo chiudere l’articolo convinti di avervi fatto conoscere una montalese “in gamba”, ma il bello deve ancora venire! Vanessa, si definisce: <<una filmmaker o videomaker di documentari e giornalista reporter freelance. Girare documentari incentrati sul sociale e su storie importanti di persone che vivono in luoghi un po’ dimenticati è il mio obiettivo principale. Sensibilizzare su situazioni che altrimenti nessuno conoscerebbe e alle quali normalmente non si darebbe attenzione>>.
E nonostante non abbia ancora trent’anni può vantare un curriculum di tutto rispetto. Facciamo un breve riassunto delle cose più significative. Nel 2009 va in Rwanda come aiuto regista per il documentario di Alessandro Rocca, La Lista del Console, che parla di un atto eroico durante il genocidio del 1994.Ma il lavoro più importante in Africa arriva tra marzo e aprile di quest’anno, come ci fa sapere Vanessa: <<il mio documentario Get Together Girls, è la storia di una scuola di sartoria per ex ragazze di strada creata da una donna italiana, Grazia Orsolato, che ha lasciato il suo lavoro in Pirelli dopo quattordici anni per dedicarsi a queste ragazze. Una storia importante da far conoscere. Ho girato da sola. Non avevo nessuna troupe. E’ stata una decisione dettata dal fatto che volevo legare molto con le ragazze per far sì che si abituassero alla mia presenza con la telecamera e sviluppassero con me un rapporto stretto che andasse al di là del fatto che fossi con loro per filmarle. è stato un mese bellissimo, forte, intenso, l’esperienza più coinvolgente della mia vita. Abbiamo girato anche nelle baraccopoli a Nairobi, a Kibera che è la seconda baraccopoli più grande di tutta l’Africa. Il documentario sarà pronto per l’autunno e verrà mandato a diversi festival in America, Europa e Africa.>> Cercando poi notizie su di lei tramite web, non si fa fatica a trovare anche video ed articoli che mostrano la versatilità di questa giovane professionista: ecco quindi siti come CineClandestino.it, documentario.it. Cineblog.it, in cui Vanessa scrive recensioni dall’America su film e documentari visti in anteprima. Questi sono solo alcuni portali, ma potremmo citarne altri. Poi, se questo non vi basta, sappiate che se la cava benissimo anche davanti alla macchina da presa, improvvisandosi (ma neanche più che tanto) anchorwoman, per confezionare brevi reportage per il sito GreenMe.it, il più famoso magazine on line italiano su temi ambientali e non solo. Vi consigliamo di guardarli sul sito: vanessacrocini.virb.com così ne approfitterete per gironzolare assieme a lei tra gli stand degli eventi Green di Los Angeles. Adesso, avviandoci verso la conclusione, ci sembra doveroso spiegarvi il senso della copertina di questo numero.
In effetti abbiamo tenuto per ultima, la collaborazione che l’ha resa più famosa e che gli è valsa articoli su riviste e quotidiani quali La Nazione; stiamo parlando dell’incontro con Vasco Rossi. Lei ci dice:<<Nel 2008 ho lavorato sul set del suo video “Il Mondo che Vorrei” girato a L.A. e diretto da Marco Ponti. Su quel video ho fatto la Production Manager e ho anche fatto delle riprese per il documentario che Angelo Campanile ha girato per l’occasione. A fine 2010, in una delle tante cene organizzate da Vasco, sono stata invitata tramite amici comuni. Grazie a Saverio Sage Principino, produttore musicale che mi conosceva a livello professionale, Vasco mi ha chiesto di girare il video di “Mary Louise”. Esperienza divertente, fresca, brillante e incredibile! Anche perché Vasco, chiedendomi dei progetti lavorativi dei quali mi stavo occupando in quel momento, è rimasto colpito dalla storia di Get Together Girls e ha deciso di produrlo. E’ stato per me un piacere vedere che un grande artista come lui sia attento anche a certe tematiche>>. Se volete sapere altro su di lei, dallo Spot per l’auto Nissan Cube, ad altri documentari sugli americani, mettetevi davanti alla tastiera del vostro P.C. e non ve ne pentirete!