di Giacomo Bini. Foto: bellinigabriele.it
agosto 2011
Da quando è arrivato Don Paolo Firindelli la parrocchia di Montale e di riflesso il paese tutto, stanno vivendo una sorta di primavera di iniziative, di novità e di aperture verso il mondo esterno. E dire che al suo discorso di insediamento, nel marzo 2009, Don Paolo affermò che come parroco si sentiva <<un po’ arrugginito dopo undici anni trascorsi in curia vescovile>>. Invece ha dato una scossa alla comunità montalese con una serie di idee nuove prontamente realizzate: il doposcuola (partito dal nulla e ora con quasi duecento ragazzi), gli incontri sulla legalità coi magistrati in prima linea, la Messa celebrata per la prima volta alla Casa del Popolo, la lavanda dei piedi a dodici donne il Giovedì Santo. Tantissimi cambiamenti, piccoli o grandi, che hanno sollevato interesse e aumentato la partecipazione da parte dei fedeli e anche di tanti che solitamente sono lontani dalla Chiesa. Il punto di partenza, che fin dall’inizio fece capire lo stile del Proposto, fu un questionario che chiedeva ai fedeli l’ora che preferivano per le Messe e in quali campi erano disponibili a impegnarsi per la Chiesa. <<Prima di tutto un parroco deve ascoltare>> spiega Don Paolo <<avevo tante idee che non ho realizzato e invece ho preferito sentire quelle degli altri. Ho avuto 300 risposte al questionario e tanti suggerimenti utili. Ne è nata la Messa dopo cena, due volte alla settimana, e la Messa del giorno di mercato, il Venerdì, che è la più partecipata. Io vo incontro al mercato e il mercato viene incontro a me>>. Alle disponibilità manifestate nel questionario ha fatto poi seguito, da parte di molti, un impegno effettivo nelle più varie attività. Il doposcuola è sicuramente l’iniziativa più importante avviata dal nuovo parroco.
Com’è nata l’idea?
<<Oltre che ascoltare bisogna osservare. E io osservai, durante i primi mesi a Montale, che tanti ragazzi erano un po’ a strascico, sulle panche, sul muro della banca, sul monumento. Perché allora, non creare un luogo di ritrovo per i ragazzi, che a Montale non c’è? Da qui l’idea di un luogo di formazione, educazione e ricreazione. Ma se si parte dai giochi ci si ferma lì. Invece se si parte dalla formazione si può costruire qualcosa. All’inizio non trovai né tanti entusiasmi né tanti dinieghi. Poi però c’è stata tanta disponibilità da parte della gente. Il doposcuola è cresciuto oltre ogni previsione, si è creata una rete di solidarietà: chi porta i dolci, chi le bibite. Il costo generale è di sessantamila euro, ma alla Parrocchia ne costa solo quattro. Dunque costa poco e rende molto in termini educativi>>.
Qual è il maggior beneficio del doposcuola?
<<Tanti giovani io non li vedo in chiesa ma vengono al doposcuola e al campo estivo ad aiutare e vedo che sono bravissimi con i più piccoli: hanno qualità che non pensavo. Uno semina un seme in un vaso e nasce in un altro>>.
Perché ha deciso di andare alla Casa del Popolo a celebrare la Messa nell’ottavario dei morti?
<<Ho notato che certe persone che vengono in chiesa avevano il desiderio che io andassi da loro. Ho fatto un ottavario dei morti itinerante che si è concluso alla Casa del Popolo. Ho avuto una bellissima accoglienza e la Messa è stata molto partecipata. Ormai i tempi sono certamente maturi per un atto del genere, ma anche la maturità ha bisogno di essere ratificata. Qualcuno di ottant’anni mi disse che metteva piede alla casa del popolo per la prima volta. La raccolta della Messa fu destinata al doposcuola. L’ottavario, dissi nel mio discorso, ci porta scarpe nuove>>.
E perché la lavanda dei piedi alle donne?
<<E’ stato un riconoscimento al ruolo delle donne nel mandare avanti la parrocchia. E’ stata una cerimonia emozionante, dopo la quale ho ricevuto dei messaggi sms davvero toccanti di donne che mi ringraziavano commosse>>.
Don Paolo ha cercato di coinvolgere il più possibile i parrocchiani nella vita della chiesa, fin dai più piccoli, mettendo in maggiore evidenza i chierichetti durante le celebrazioni. La macchia rossa dei chierichetti si è ingrossata sempre più ed è diventata un elemento indispensabile che, tutt’intorno all’altare, fa da corona ai celebranti. Don Firindelli fino al 2009 era conosciuto a Montale come uomo di curia capace e attento e per le sue belle omelie, dalle parole nitide e dense. Ora invece ha dimostrato di sapersi destreggiare egregiamente anche a contatto diretto con la gente e i suoi problemi, sul fronte di una delle parrocchie più grandi e complesse della diocesi. <<Per me è stato come riprendere una macchina dopo tanti anni di parcheggio>> conclude Don Firindelli <<molte cose certamente stancano, a volte si perde il sonno, ma quando la vita è piena è anche leggera, invece la vita pesa quando è vuota>>.
Il doposcuola, attivato quasi per scommessa nei locali parrocchiali vicino alla piazza che ospitavano un tempo la Misericordia, è cresciuto molto rapidamente rispondendo efficacemente ad un bisogno reale delle famiglie e dei ragazzi. Fondato all’inizio del 2010 ha raggiunto quest’anno i 190 iscritti. Gli insegnanti sono 62, dei quali 47 studenti universitari, che percepiscono un piccolo compenso, e 25 insegnanti di professione del tutto volontari. I ragazzi non vengono solo da Montale, ma anche da Agliana, Santomato e Montemurlo. Il doposcuola è gratuito e offre un sostegno allo studio in un clima disteso e amichevole. Tra una lezione e l’altra si fa merenda e si sta insieme come negli oratori di una volta. Le famiglie sono alleggerite dall’assillo quotidiano dei compiti e i risultati scolastici migliorano. Molti genitori forniscono materiali, merende, dolci e tutto quello che serve alla struttura. Per sostenere i costi delle utenze e quelle del rimborso spese ai docenti più giovani, il parroco destina al doposcuola le questue dei giorni feriali e le offerte non vincolate. Sono stati promossi anche alcuni incontri di informazione e approfondimento sui problemi molto sentiti dalle famiglie, come la scelta della scuola superiore dopo le medie e la questione della dislessia e degli altri disturbi dell’apprendimento. Per organizzare al meglio una struttura in continuo sviluppo, a cui vanno ormai strette le sei aule dei locali di Via Masini, Don Paolo ha nominato un comitato di gestione formato dalle coordinatrici Giuliana Nesi e Pina Tedone e da Alessandro Galardini, Paola Mandelli, Valentina Fedi, Rossella Bernacchi, Amina Elia, Laura Santanni e Silvia Bini.
Gli incontri sulla educazione alla legalità hanno fatto il pienone di pubblico nella sala parrocchiale, oltre che per l’interesse dei temi trattati anche per la statura delle personalità invitate da Don Paolo Firindelli. Sono intervenuti nel primo incontro il procuratore della repubblica di Pistoia Renzo Dell’Anno e il sostituto procuratore generale di Genova Antonio Lucisano, nel secondo incontro il magistrato Michele Barillaro, giudice al processo per la strage di Via D’Amelio, dove fu ucciso Paolo Borsellino con gli uomini della scorta, nel terzo incontro il prefetto di Pistoia Mauro Lubatti e l’ex vice-presidente della Regione Toscana Federico Gelli. Tutti gli incontri sono stati condotti dalla studentessa di giurisprudenza Sara Fanti. Il punto culminante del ciclo sulla legalità è stata la visita a Montale di Davide Cerullo, un giovane dissociato dalla camorra, che ha parlato alle messe della domenica della sua esperienza di ragazzo di Scampia reclutato dalla camorra, incarcerato e poi riconciliato con la legalità grazie anche all’intervento di alcuni preti coraggiosi. Davide Cerullo ha portato con sé una mostra di fotografie sui ragazzi di Scampia dal titolo Volti che interrogano, che ha illustrato personalmente agli attentissimi bambini della parrocchia. <<Questa iniziativa>> spiega Don Paolo <<nasce da tre documenti della Chiesa dedicati alla legalità, alla socialità e alla pace. Abbiamo iniziato dalla legalità e forse continueremo con il tema della socialità. E’ necessario prendere queste iniziative, come anche quella del doposcuola o del centro estivo, perché nessuno ormai si può illudere di incidere su un ragazzo con mezz’ora alla settimana di catechismo>>.