di Giacomo Bini. Foto: bellinigabriele.it
Il teatro fra la gente e con la gente, nelle strade, nelle botteghe e nelle piazze dei paesi e dei quartieri. Gli attori intervistano per quattro o cinque giorni persone comuni, artigiani, operai, negozianti, registrano tutto, rielaborano frasi, episodi e racconti e li trasformano in uno spettacolo teatrale da mettere in scena nello stesso posto dove sono avvenute le interviste. E’ la formula teatrale ideata dalla compagnia degli Omini fondata nel 2006 da Francesco Rotelli, attore e regista montalese, insieme a Francesca Sarteanesi, altra attrice di Montale, Luca Zacchini e Riccardo Goretti. L’ultimo spettacolo, intitolato “Tappa”, si è tenuto il 31 agosto in piazza della Passera a Firenze e oltre al successo di pubblico, ha avuto risalto sul Corriere della Sera fiorentino.
Ma sono anni ormai che gli Omini ricevono apprezzamenti, sebbene la critica abbia ancora difficoltà a classificare un teatro del tutto fuori dagli schemi, di ricerca, ma nello stesso tempo popolare, raffinato, ma vicino al linguaggio comune. <<Restituire la quotidianità ma trasformata in arte>> questo, nelle parole di Rotelli, è il principio ispiratore di un’esperienza che vive fuori dai luoghi canonici del teatro (il primo spettacolo fu fatto in un campeggio) ma trova immediata risposta nel pubblico. <<In un paesino di seicento abitanti>> racconta Rotelli <<ne abbiamo portati a teatro trecento>>. La gente si riconosce nelle battute e nei gesti degli attori, che derivano da luoghi comuni, modi di dire, tic e tormentoni propri delle conversazioni di ogni giorno. <<E’ la mimesi per eccellenza>> dice Rotelli <<è la memoria del tempo presente. Vogliamo stare in mezzo alla gente perché quello che ci interessa è l’uomo e così si scopre che siamo tutti soli, tutti diversi, in una parola tutti omini>>. Gli Omini hanno applicato il loro metodo a giro per la Toscana e per l’Italia, scegliendo per le proprie “indagini”, paesi o quartieri come Capo di Ponte in provincia di Brescia, Chiusi, il quartiere romano di Tor Bella Monaca, Scandicci, Campi, Castiglioncello.
Ne sono nati tre spettacoli: “CRisiKo”, “Gabbato lo santo” e ora “Tappa” e anche un libro “Il pesce spada non esiste”. Francesco Rotelli si è formato come attore nel laboratorio teatrale di Pierluigi Zollo (<<mi è rimasto il gusto del dire puro>>), poi ha fatto la gavetta nella Baracca di Maila Ermini sperimentando ogni genere, dai burattini, al teatro d’animazione e tutte le tecniche teatrali, dalla scenografia alla gestione delle luci e dell’audio. Da anni Rotelli tiene lezioni di teatro nelle scuole, cura con gli Omini un laboratorio teatrale comunale (dal quale tra l’altro è nata una compagnia teatrale montalese) e partecipa ad un’esperienza teatrale nel carcere di Pistoia. <<Da anni propongo al Comune un lavoro teatrale a Montale e nelle frazioni>> dice Rotelli <<con interviste e indagini da farsi nell’arco di un anno o anche più, che rappresenti un percorso formativo per un gruppo di ragazzi>>. C’è solo da sperare che il Comune e il paese di Montale, dove gli Omini hanno la loro sede, diventino anche il centro privilegiato del lavoro della compagnia.