di Giacomo Bini
Febbraio 2013
Innanzitutto, da parte di tutta la redazione di Noidiqua, Buon Compleanno a tutti gli aglianesi che festeggiano il centesimo anniversario della nascita del loro Comune, avvenuta nel 1913 in seguito al distacco amministrativo del territorio di Agliana da quello di Montale. A tale importante anniversario è giusto che partecipino, con il loro sincero augurio, anche i cittadini dei comuni vicini, in particolare Montale, Quarrata e Montemurlo. Le ricorrenze però non devono solo rafforzare in una comunità il senso delle sue radici, ma anche offrire l’occasione per riflettere sul loro futuro. E cercando di guardare in avanti, non è difficile individuare una tendenza ineludibile: i quattro territori di Montale, Agliana, Quarrata e Montemurlo, che vengono da storie diverse, sono destinati ad integrarsi sempre di più al di là dei campanile e dei municipi. Non perderanno certo la loro identità ma si avvicineranno sempre più fin a rendere sempre meno marcati i loro confini. Del resto basta guardare una foto aerea per rendersi conto che quest’area di oltre 70 mila abitanti è ormai una realtà urbanistica sostanzialmente unitaria, dall’Appennino al Montalbano, con caratteristiche e problemi del tutto simili.
Questa verità, in apparenza così evidente e perfino ovvia, non si riflette però, almeno non sempre, nelle scelte amministrative e nei servizi pubblici. Succede per esempio che le aliquote dell’Imu o la tariffa dei rifiuti, dell’asilo nido o della mensa scolastica, siano diverse, talvolta in modo sensibile, da un comune all’altro, cosicché le aziende e le famiglie si trovano ad essere sottoposte a trattamenti fiscali o tariffari differenziati pur essendo distanti pochi chilometri e soprattutto pochi minuti di automobile le une dalle altre. E questo vale anche per le regole urbanistiche, la cui difformità da un comune all’altro, non è sempre giustificata dalla necessità di adeguarsi a conformazioni geografiche e paesaggistiche diverse. In sostanza succede che i diritti e i doveri per i cittadini cambiano a seconda che si viva di qua o di là dall’Agna, a nord o a sud della Bure o dell’Ombrone. Anche in un settore dove la collaborazione tra le amministrazioni è più stretta, come nella gestione dei rifiuti, si registra che la raccolta differenziata è avviata in tempi diversi e con modalità diversificate perfino nei tre comuni della piana proprietari del Cis. La bottiglia di vetro si porta nella campana o si raccoglie porta a porta a seconda del Comune di appartenenza. Se c’è una cosa che non conosce confini è l’aria che respiriamo eppure sul problema dell’inquinamento dell’aria da PM10, registrato inesorabilmente dalla centralina di Stazione a Montale, manca ancora una convinta strategia comune per capire l’origine delle fonti inquinanti e le soluzioni da adottare. Esiste un protocollo provinciale in materia ma ancora non c’è un’effettiva conformità di azione.
Ma il punto maggiormente dolente è quello della viabilità e dei servizi di trasporto pubblico. La stazione ferroviaria di Montale-Agliana, che serve anche i cittadini di Montemurlo e di Quarrata, è forse l’unica al mondo priva di collegamenti con mezzi pubblici con i centri vicini e perfino con il centro di Montale che dista tre chilometri. Chi scende dal treno non ha altre possibilità che andare a piedi o chiedere un passaggio. L’autobus del Copit che transita da Montale a Quarrata passa poche volte al giorno e un utente della ferrovia non ci può contare. I quattro comuni si sono messi insieme, anche con i comuni di Prato e Pistoia, per realizzare lo snodo viario intorno al casello autostradale di Prato-Ovest, ma i lavori, che pure sono in corso, procedono con grande lentezza e al momento né Quarrata né Montale sono degnamente collegati all’autostrada. Le quattro amministrazioni dovrebbero incentivare maggiormente la collaborazione, anche per cercare forme di risparmio nei costi amministrativi. E’ vero che è più facile a dirsi che a farsi, ma la via da seguire è quella. E anche il ricordo del passato può incoraggiare perché nel 1403, quando Firenze pretese un esborso fiscale supplementare da parte del territorio pistoiese, mentre la città fu possibilista, il contado, cioè le podesterie di Montale, che comprendeva anche la Lega di Agliana e di Tizzana, si opposero vivacemente inducendo i funzionari fiorentini a più miti consigli.