di David Colzi
maggio 2013
Nonostante sia un’associazione fatta prevalentemente di giovani, “Luci in Sala” vanta una storia di 16 anni, essendo nata nel 1997 da un gruppo di amici, ovvero Lorenzo Meola (attuale presidente), Lorenzo Lunghi, Nicola Mainardi, Paola Pretelli, Sonia Pretelli, Teresa Principato, Cristina Principato, Chiara Vivarelli, Elisa Vivarelli e Sara Fortino (che poi non ha proseguito l’avventura dei balli popolari), a cui si sono aggiunti nel 2003, Rita Puccinelli, Ambra Santanni, Fabio Salvicchi, Dario Tezza; e nonostante il divario di età di quest’ultimi arrivati, che provenivano dal mondo dell’Auser Montale, il gruppo si è ulteriormente unito e rafforzato.
Ma all’epoca della prima formazione, i ragazzi di “Luci in Sala” erano tutti adolescenti e frequentavano la parrocchia di Montale; fu suor Filippina a suggerire loro di creare un piccolo spettacolo per la “Festa dell’anziano” da riproporre ogni anno. E dopo diversi mesi di prove, i nostri ragazzi fecero il loro debutto e da lì non si sono più fermati. Arrivati al 2000, decisero di iniziare a camminare con le proprie gambe, preparando da soli gli spettacoli. A questo punto, per certificare ufficialmente la loro comparsa sulle scene teatrali, gli serviva un nome: così divennero “Gruppo Teatrale Luci in Sala”. «Il nostro nome deriva dal fatto che quando facevamo le prime recite nel teatro parrocchiale, c’era un genitore che ci faceva da presentatore, e una volta chiuso il sipario alla fine dello spettacolo, diceva ad alta voce: “Luci in sala”… Così lo abbiamo scelto per nome.» dice Chiara Vivarelli, una delle fondatrici. Il nuovo millennio li ha visti impegnati nell’aumento della loro offerta artistica, includendo in maniera più sostanziosa la musica; così sono nati i Concerti di Natale con canti di festa e non; «Per la realizzazione del repertorio è stato fondamentale il contributo di Nicola Mainardi;» precisa Chiara «oggi lui è Capobanda nella Banda di Fognano, ma già all’epoca era musicalmente molto preparato; grazie a lui abbiamo lavorato con metodo.»
Un’altra data fondamentale è il 2004, anno in cui vennero contattati dalla sezione montalese dell’Auser e da Franco Pessuti, assessore alla cultura di Montale che gli proposero di iniziare un progetto sulle danze popolari (toscane e non solo) per creare una serie di spettacoli da portare fino al 2006, ovvero al centenario della morte dello scrittore Gherardo Nerucci. Oltre a questo gli venne richiesto di rispolverare il “Cantar Maggio”, un’antica tradizione popolare, in cui il 30 aprile di ogni anno, la gente si ritrovava nelle strade del paese a cantare e ballare canzoni della tradizione popolare, per propiziare i raccolti della nuova stagione. Per aiutarli in questi progetti, furono affiancati dal professor Claudio Cesaroni, esperto di danze popolari, che li ha seguiti in tutti questi anni. «Parte dello spettacolo era la rievocazione di un’antica liturgia» specifica Chiara «che prevedeva di andare in ogni rione chiedendo al capo contrada il permesso di cantare e ballare in cambio di cibo; insomma, era una festa itinerante!» Sempre nell’anno del centenario della morte di Nerucci, il gruppo è diventato un’Associazione Culturale, e i nostri ragazzi hanno ulteriormente omaggiato lo scrittore e storico montalese, mettendo in scena uno spettacolo che prendeva spunto dalle celebri “Sessanta novelle popolari montalesi”, perché, come ci ricorda Chiara, “Luci in Sala” non ha mai perso di vista il suo primo amore, cioè il teatro e la recitazione.
Così, passo dopo passo, dal 2004 al 2010, il loro repertorio di musiche e danze è diventato molto conosciuto non solo in provincia, ma anche all’estero; nel 2005 e nel 2008 sono stati a Langenfeld (città tedesca che ha stretto un “patto di amicizia” con Montale) e nel 2006 sono arrivati a Senlis (città francese gemellata con il Comune). Un ultimo appunto va fatto sull’accuratezza dei loro abiti di scena, realizzati grazie ad un progetto che ha coinvolto le signore dell’Auser in concomitanza con il Cesvot e il Museo del Tessuto di Prato; questi, sono stati realizzati usando come modelli i disegni di Gherardo Nerucci che immortalava spaccati di vita contadina; oggi li potete ammirare al Museo del costume popolare di Villa Smilea. Arrivando al presente, ci fa piacere dire che dopo due anni di pausa, i ragazzi di “Luci in Sala” si stanno riorganizzando per riproporre tutto il loro repertorio, prima a Montale, e poi chissà. Noi gli facciamo i nostri “in bocca al lupo”, aspettando di vederli di nuovo in giro.