di Giacomo Bini
dicembre 2013
Il nostro viaggio attraverso i vecchi nomi dei luoghi, iniziato con Tobbiana e Fognano, prosegue in questo numero con il paese di Montale. L’intento di questa rubrica, va ricordato, non è certo scientifico, cioè quello di dare un quadro completo della toponomastica antica, ma è piuttosto quello di un semplice amarcord di nomi e luoghi, una specie di excursus nella memoria, come quello che si compie quando ci si imbatte in qualche vecchia fotografia. Partendo dal centro, cioè dal cuore del paese, vengono subito in mente due nomi: il ponte dell’Ugna e Malcalo. Il primo è il ponticino sulla Settola, che porta alla vecchia strada medievale per Montale Alto, un luogo storico e dal forte valore identitario, tanto che dà il proprio nome a tutto il Rione dell’Ugna. Nessun cartello lo ricorda, ma il nome è conservato ancora nell’uso, anche grazie al Torneo dei rioni, che ha avuto, tra gli altri meriti, quello di fissare nella memoria collettiva toponimi come Ugna, Dore o Bigattiera. Malcalo è un nome discusso per via dell’accento, che non si sa dove debba stare, se sulla prima o sulla seconda sillaba. Gherardo Nerucci si ribellava alla pronuncia Malacàlo, molto presente nel popolo e anche oggi, perché era associata a interpretazioni negative come mala sorte. Per questo Nerucci, che era un attento studioso del dialetto montalese, scriveva sempre Màlcalo, con l’accento sulla prima sillaba, per denominare la villa dove aveva la sua residenza, a pochi passi dal ponte dell’Ugna.
Uscendo dal centro del paese, senza soffermarsi su toponimi pure molto evocativi come Capiteta e Calabria, si incontra, dopo il Ponte del Rosso, altro ponte sulla Settola un po’ più a valle, una strada di grande importanza che è la via di Compietra, attualmente denominata via Pacinotti. Il nome compietra, che secondo talune interpretazioni deriva da compieta, indica il percorso antico tra Montale e la campagna a sud fino alla ferrovia. E’ una bella stradina tra i campi, che una volta veniva percorsa a piedi dai contadini che la domenica, quando andavano a Messa, si mettevano le scarpe a partire dal Ponte del Rosso. Il percorso passa da villa Pecori e attraversa una bella campagna. Andrebbe senz’altro recuperato, insieme al nome, con itinerari pedonali e ciclabili. Altri nomi da recuperare, per fissare la memoria del passato, sono il Fangaccio, dove si trova un bel tabernacolo recentemente restaurato; il Gerbi cioè l’incrocio tra l’attuale via Martiri e la via Gramsci, nome che viene dalla famiglia che risiedeva nella villa situata sul crocevia; Bronia nome della borgata situata intorno all’antica fonte del Bagno; Trincerone, come viene chiamata la collinella che fa da confine tra il comune di Montale e quello di Pistoia. Tanti altri toponimi derivano dai nomi delle famiglie e dei residenti. Occorrerebbe forse un lavoro di ricerca per costruire una mappa della toponomastica di una volta, che servirebbe anche a ricostruire il volto di Montale com’era.