di Giacomo Bini
dicembre 2014
Isoro Lucchesi, imprenditore montalese nato nel 1921 e morto nel 2013, aveva la passione di scrivere poesie. Il nipote Alberto, che al nonno era legatissimo, ha raccolto in un volume tutte le poesie composte da Isoro, sia quelle già pubblicate in vita in tre diverse raccolte, sia quelle inedite, reperite nel suo studio in forma di dattiloscritto. Il libro delle poesie di Isoro, intitolato “Il bagaglio di un uomo prudente” e stampato nella pregevole edizione di “Gli Ori” di Pistoia, è stato presentato alla villa Smilea in un salone delle feste affollato come raramente capita di vedere. La ragione di tanta partecipazione di pubblico è semplice: Isoro era una persona molto conosciuta e molte delle sue poesie hanno per argomento personaggi e luoghi del paese, gente e posti “di qua”. Durante la serata, che si è svolta alla presenza del figlio dell’autore Alessandro e del nipote Alberto, sono state lette una ventina di poesie, giusto per dare un assaggio del volume, da parte del bravo attore montalese Franco Paluzzi. Ad ogni lettura scattava immancabilmente l’applauso del pubblico. E’ stata come una serata passata a veglia, tra sorrisi e commozione, a ricordare momenti e persone della storia recente del paese. Le poesie di Isoro contengono il lascito spirituale di un’intera generazione, quella che ha vissuto il passaggio dalla civiltà rurale allo sviluppo industriale. Di quel periodo carico di progressi e di contraddizioni, Isoro è stato protagonista e testimone animato da senso critico e ironia ma anche da profondo affetto verso il suo paese natale. Nei suoi versi si avverte il gusto per la battuta rapida, asciutta e a volte tagliente, ma anche la tradizione del canto popolare in ottava rima e la passione per il melodramma.
Oltre a ritrarre personaggi e luoghi tipicamente montalesi, le poesie sferzano satiricamente certi aspetti della società consumistica degli anni sessanta e settanta, toccando tematiche politiche (come l’ideale socialista mai rinnegato dall’autore), problematiche religiose (in particolare una inquieta interrogazione su Dio) e anche temi di carattere esistenziale affrontati con una struggente vena introspettiva.
Quando parla di sé l’autore usa la stesso sguardo sincero e privo di indulgenza che rivolge verso il mondo che lo circonda. La famiglia di Isoro ha voluto che il ricavato della vendita dei volumi sia devoluto alla Fondazione dell’ospedale Meyer di Firenze.