di Giacomo Bini. Foto: Gabriele Bellini.
marzo 2015
Il torneo dei rioni di Montale, che in questo 2015 celebrerà la sua trentesima edizione, ha avuto due vite: la prima, dal 1976 al 1984, è stata una sorta di età dell’oro, per lo splendore delle memorabili sfilate in costume nelle strade del centro del paese; la seconda vita, ripresa nel 1995 dopo un periodo di dieci anni di sospensione, ha puntato prevalentemente sull’evento sportivo e dura tutt’ora, con maggiore sobrietà rispetto al glorioso passato, ma anche con tenacia e persistente radicamento della realtà sociale del paese.
Le prime nove edizioni furono così grandiose da essere tutt’ora ricordate con ammirazione da chi vi ha assistito e con orgoglio da chi ne fu diretto protagonista. Ognuno dei sette rioni preparava per mesi un carro e un corteo a tema e centinaia di persone lavoravano ai costumi e alla costruzione del carro. Tutto il lavoro di preparazione avveniva nel più assoluto segreto perché ogni rione non rivelava agli altri il tema prescelto. Malgrado tentativi di spionaggio e di depistaggio la riservatezza era mantenuta gelosamente fino al momento della sfilata, cosa questa stupefacente in un paese dove tutti sanno sempre tutto. I carri erano delle vere opere dell’ingegno in cui si esercitava la tradizionale abilità manuale e artigianale dei montalesi oltre ad una smisurata fantasia. Per le strade sono sfilate negli anni navi vichinghe, gigantesche balene, aerei, mulini a vento, treni, castelli, tende indiane e saloon da far west, draghi e personaggi delle fiabe e del cinema, ricostruzioni della vita contadina e di ambienti esotici, riproduzioni di monumenti e di epoche storiche dell’antichità. Ogni carro era seguito da centinaia di figuranti in costume e accompagnato da musiche, fanfare e bande, mentre tutto intorno la gente si affollava lungo le strade per assistere e giudicare quale fosse la creazione più riuscita o per riconoscere l’amico o il vicino vestiti da antichi romani o da messicani col sombrero. La manifestazione attirava visitatori anche dai centri vicini e aveva acquisito notevolissima notorietà. Il torneo di calcio manteneva viva per diverse settimane la passione e il senso di appartenenza che erano maturati durante i mesi di preparazione della sfilata di apertura.
Dopo il 1984 il torneo si fermò, quasi per un necessario momento di sosta e di riflessione oppure per l’andamento ciclico ricorrente nelle cose umane che vuole il declino seguire inevitabilmente il raggiungimento dell’apice. Ma la passione dei sette rioni, la loro voglia di confrontarsi e misurarsi, di ritrovarsi e sfidarsi non si era estinta ed è riemersa, per iniziativa dell’indimenticato Romano Nencini di rilanciare il torneo dei rioni, magari con manifestazioni di apertura meno ambiziose. E così, nel 1995 il torneo ha ripreso la sua strada e il Comitato per i Festeggiamenti ha avuto il ruolo di organizzatore. Le strade si rivestono di bandiere dei diversi colori e nel corso degli anni, varie manifestazioni hanno accompagnato la competizione sportiva come la biciclettata da Tobbiana alla Stazione o la gara delle bandiere. Il torneo è ancora vivo e molto seguito, anche dopo essersi trasferito dal campo parrocchiale Paolo Perugi a quello comunale Romano Nencini. Accanto al torneo principale ne viene svolto uno riservato ai bambini, anche con lo scopo di tramandare l’attaccamento ai colori rionali, e ultimamente è stata anche introdotta una gara podistica tra rioni. Il palmares delle vittorie vede in testa il rione Dore con nove titoli, seguito da Smilea, Ugna e Fognano con cinque, la Bigattiera con quattro, la Stazione con uno e Tobbiana che insegue il primo trofeo.
Foto in alto: Antonio Russo (presidente della Stazione), Luca Logli (presidente del Tobbiana), Marco Cati (presidente del Dore), Pierluigi Tucci (presidente del Fognano), Paolo Bucciantini (rappresentante dell’Ugna, in sostituzione del presidente Massimo Colligiani), Roberto Cipriani (presidente della Bigattiera), Mirko Meoni (presidente della Smilea).