di Giacomo Bini. Foto: Gabriele Bellini.
giugno 2015
Bruno Tempestini da oltre trent’anni si dedica alla scoperta e alla tutela del patrimonio archeologico del territorio di Montale e Agliana, e in tempi recenti, anche di Montemurlo. Non c’è sito archeologico nella zona, il cui rinvenimento non abbia ricevuto un suo determinante contributo. Si è guadagnato sul campo il titolo di Ispettore Onorario per i Beni Archeologici per i Comuni di Agliana, Montale, Quarrata e Montemurlo che da tre decenni gli viene rinnovato dal Ministero per i Beni Culturali.
La sua passione per la storia ed in particolare per l’archeologia nasce da un amore smisurato verso la sua terra e dal desiderio di esaltarne il valore contribuendo a scoprirne le più antiche radici. Bruno Tempestini non è arrivato all’archeologia dai banchi dell’università; la sua cultura se l’è costruita con l’interesse e l’impegno personale. All’età di 11 anni iniziò a lavorare come tessitore e fin dall’adolescenza coltivò la sua passione per l’arte e per la storia insieme ad un gruppo di coetanei con i quali visitava musei e siti storici della zona. Dotato di talento per il canto studiò da tenore con prestigiosi maestri a Firenze, Bologna e Mantova arrestando la sua carriera solo a causa di un “orecchio” compromesso dagli anni passati a lavorare ai telai. Nel 1977 Tempestini fondò con altri il Gruppo Culturale ‘77 a Stazione con il quale si impegnò in diverse attività culturali e di ricerca sulla realtà locale, come quella sugli antichi mulini culminata in una campagna per salvare l’ultimo mulino che lo portò, insieme ad una terza elementare, anche in visita al Quirinale dal Presidente Sandro Pertini.
Al 1982 risale la prima scoperta archeologica, di un sito romano, proprio a Stazione, dove attualmente si trova il ristorante “II Binario”. «Era in piena estate» racconta Tempestini «ero solo in casa e all’ora di pranzo uscii per andare a prendere qualcosa a mangiare a Montale; a pochi passi da casa vidi, accanto ad uno scavo di un cantiere edile, un mucchio di mattoni e materiali sicuramente romani. L’emozione fu fortissima, mi passò anche l’appetito e iniziai a raccogliere quel materiale il più che potevo, chiamai subito la Soprintendenza di Firenze, vennero a vedere e confermarono che si trattava di un sito archeologico. Quella notte non dormii». Da allora in poi sono venuti alla luce diversi siti archeologici in zona. Nel 1986 la villa rustica romana a Spedalino e nel 1989 nella zona di Comeana selci e altro materiale antichissimo. A quel punto era la Sovrintendenza stessa a incaricare Tempestini di controllare questo o quel sito della zona. Un’altra villa romana è stata scoperta ad Agliana, dietro via della Costituzione, e durante i lavori di ristrutturazione della Badia di San Salvatore all’Agna di Montale sono emersi molti materiali (una trentina di cassette) di ceramiche rinascimentali; altri rinvenimenti ci sono stati nella piazza di San Piero Agliana. Una delle scoperte più importanti dal punto di vista storico è stata quella di un insediamento etrusco nella collina di Montale Alto dove è stato ritrovato materiale del 5° e 6° secolo. Analoga rilevanza rivestono le testimonianze etrusche trovate a Montemurlo non lontano dalla piazza. I siti etruschi di Montale Alto e Montemurlo permettono di ricostruire la presenza etrusca nel territorio tra Prato e Pistoia come si rileva nelle recenti pubblicazioni dei due volumi delle Carte Archeologiche delle province di Prato e di Pistoia.
Da una vita Bruno Tempestini è una sentinella che richiama le nostre comunità all’importanza della ricerca e della valorizzazione delle nostre radici storiche.