di Marco Bagnoli. Foto: Gabriele Bellini.
settembre 2015
Lo scorso 27 giugno venti attività commerciali di Montale con oltre trent’anni di vita, sono state premiate alla Smilea su iniziativa della Confcommercio, in collaborazione con il Comune di Montale e la Cassa di risparmio di Pistoia e della Lucchesia. Tra i negozi e le botteghe che hanno ricevuto la targa, molte possono vantare più di 50 anni di presenza in paese – alcune, come il forno Torracchi forse anche di più.
La storia del forno Torracchi sembra risalire alla notte dei tempi, un po’ come il mestiere stesso del fornaio – o per lo meno a un centinaio di anni fa. Ne abbiamo parlato con lo storico titolare, Pierluigi, il capostipite di questa generazione. Il forno venne fondato da suo nonno Pietro in località Ponte alle Trecche, circa cinquecento metri dalla sua attuale posizione; l’attività era portata avanti assieme alla moglie Sonia, fino alla fine della guerra, quando il forno si spostò in un piazzale adiacente. Negli anni Cinquanta sono i genitori di Pierluigi, Alfiero e Rita, a produrre e vender il pane e gli altri prodotti da forno nell’attuale sede di via Cesare Battisti, provvedendo alla fornitura dei negozi di Tobbiana, Montale e Montemurlo. Pierluigi si inserisce nella “dinastia” solo verso la fine degli anni Settanta, dopo una lunga esperienza nel settore bancario e subentrerà come titolare fino al Duemila, quando sarà il turno dei figli. Oggi sono loro, Gabriella, Daniele e Francesco, con la moglie Galina, a condurre l’attività; mentre due collaboratori, Sante, un ex-esodato in procinto di andare in pensione e Alessio, un giovane dipendente apprendista, attendono di darsi il cambio tra i sacchi di farina.
Così Pierluigi e la moglie Licia, che ha sempre svolto la sua professione di insegnante elementare a Tobbiana, possono godersi in pace i nipotini Aurora, Lorenzo e Viola. Quello del fornaio è un mestiere difficile, ci dice Pierluigi, che per quanto contribuisca a rallegrare la tavola di tutti i giorni richiede grandi sacrifici a chi ci deve lavorare: l’andamento delle giornate si inverte, si va a letto dopo pranzo e si entra al lavoro alle undici e mezza la sera. La notte passa lenta e indebolisce il sistema nervoso, mentre le temperature nei mesi estivi sfiancano la resistenza fisica, soprattutto al momento della sfornata, quando la botta di umidità provoca veramente un effetto sauna. Forse non è un mestiere da consigliare ai figli, ma si sa, di questi tempi se non c’è altro – meglio il pane da solo che senza pane – è un lavoro come un altro per portare a casa la pagnotta.