di Marco Bagnoli. Foto: Gabriele Bellini.
settembre 2017
Diceva George Eliot che non è mai troppo tardi per essere quello che saresti potuto essere. Il percorso che sta portando avanti Elena Niccolai ce ne dà conferma una volta di più. Da piccola Elena è sempre stata una bambina alla quale piaceva studiare, senza però che in famiglia ci fossero le possibilità per continuare gli studi. Questa antica passione si riaffaccia nella sua vita dopo trentanni di lavoro nell’attività familiare, il celebre albergo ristorante Cochino di Montale, quando i figli sono ormai grandi e sistemati e c’è tempo e modo di riordinare nuove ed interessanti idee. È a questo punto infatti che Elena decide di iscriversi ad una scuola serale per il conseguimento del diploma, lei che aveva solo la quinta elementare. Il diploma le consentirà di proseguire negli studi, iscrivendosi alla facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Firenze. Tra i suoi interessi più profondi, oltre alla filosofia, c’è però anche tutta la branca delle discipline olistiche, quelle dedicate alla cura ideale del corpo e della mente: è per questo che inizia a frequentare i corsi della scuola di naturopatia Simo, presso la quale consegue il diploma nel 2010.
Nel 2016 è poi la volta di un altro importante traguardo, il diploma di yoga, conseguito presso la scuola Efoa di Firenze, dove studia con un’importante insegnante di origine belga, Francoise Berlette, fondatrice della scuola, che ha vissuto molti anni in India con la madre, e il cui padre adottivo è colui che nientemeno introdusse lo yoga in occidente negli anni ’60
Come se a questo punto la sua vita non fosse già sufficientemente movimentata, ecco che all’indomani di questo diploma le viene proposto di organizzare dei corsi di yoga, che lei inizia a tenere presso la palestra “Studio 71” di Montale, in una saletta ottimamente esposta alla suggestiva luce del tramonto. Quello che inizialmente poteva sembrare in contrasto con la propria natura riservata e poco incline ad esporsi eccessivamente, finisce per rivelarsi estremamente soddisfacente, in quanto Elena scopre il piacere della condivisone e della trasmissione delle proprie conoscenze e della propria esperienza. Il corso, diviso in due piccoli gruppi di conoscenti, la tiene occupata per quattro giorni la settimana, lasciando sufficiente spazio al mestiere altrettanto gratificante della nonna. Questo percorso ha consentito ad Elena di accrescere in modo significativo la propria autostima, le ha concesso il confronto con lo studio e gli esami, ha accresciuto la sua conoscenza del corpo umano, quello fisico e quello dei corpi sottili; anche se più si prosegue più si ha la sensazione di non sapere nulla, perché, citando il filosofo, la vera saggezza è di colui che sa di non sapere. Esistono molte scuole di yoga; quella più diffusa in occidente è l’Hata yoga, forse la più accessibile per concezione e difficoltà. La parola yoga significa “unione” ed esprime al meglio il potenziale esistenziale che può essere esperito da ciascuno di noi, tanto sul piano spirituale che su quello fisico.
Oltre a questo Elena ci tiene a far compenetrare gli insegnamenti strettamente connessi allo yoga con quelli inerenti altre discipline, in modo da estendere il più possibile il campo di attività di chi frequenta il corso. Questi contenuti possono riguardare lo shatsu – altro diploma, addirittura precedente quello della Simo – ma anche la riflessologia plantare o il reiki.