di Giacomo Bini
giugno 2019
L’alimentari fiaschetteria della famiglia Barni in via IV Novembre ha aperto i battenti nel 1958. I fondatori furono Alfredo Barni e Elia Bartoletti, nonni dell’attuale titolare Luca Barni, che fin da piccolo collaborava in bottega portando la spesa a domicilio e facendo il caffè in piedi su una cassetta di legno per arrivare alla maniglia. Dopo i nonni, il testimone del negozio è passato ai genitori di Luca, Dino Barni e Marida Bertini. Ora le redini dell’attività sono in mano a Luca, alla sorella Monica e alla cugina Donatella Gnan.
Alla bottega del Barni si trova di tutto, dal caffè alla mescita di vino, dal lardo di Colonnata alle patate di Montese. Luca ha ereditato il principio della disponibilità totale verso le esigenze dei clienti, senza orari e senza risparmiarsi nel lavoro, dalla mattina presto alla sera tardi.
Ecco un ricordo di una amico e cliente, Daniele Paolieri, che ha anche scattato le foto che pubblichiamo: Il negozio dei Barni è sempre stato molto frequentato sia da residenti del rione Dore sia da persone di passaggio. I tessitori ci andavano per la colazione (a base spesso di trippa, aringa e baccalà) e per un bicchiere di vino. Le donne vi si rifornivano di tutto ciò che serviva per la casa. Ma anche per i giovani era un punto di ritrovo. Io ci andavo prima di prendere il pulmino per la scuola a fare colazione (panino, schiacciata o sacchetto di patatine). Noi ragazzini dopo la partitella di calcio, in qualche improvvisato campino o addirittura per le strade secondarie fra il passaggio di un’auto e un’altra, andavamo dal Barni sudati fradici a rimetterci in forze con una brioche avanzata dalla mattina, qualche patatina e soprattutto il «Mari-Dino», un gelato confezionato chiamato così dal nome dei titolari Marida e Dino. Dopo aver consumato, la parola d’ordine era: “segna che poi passa la mia mamma a pagare”.
A quei tempi esistevano i famosi libretti, dove il commerciante annotava le cose acquistate da parte di gente fidata e conosciuta, in attesa che, a fine mese, passassero a pagare il totale. Quel locale è restato un luogo di incontro fra vecchi amici tra una partita a carte e la lettura del giornale magari con un bicchiere di vino sul tavolo. È rimasto tale e quale com’era. Sono cambiati gli arredamenti e i prodotti ma sono rimaste immutate la cortesia, l’affidabilità e la massima cura della qualità. E se ancora oggi chiudo gli occhi e ritorno con la mente a quei tempi , magicamente mi sembra di rivivere quei momenti che furono della nostra bella gioventù.