Posto di sblocco

Posto di sblocco

di Marco Bagnoli. Foto: Ilaria Costanzo

marzo 2021

È proprio in momenti come questi, col clima che impazza come sempre, che non ci stupiremmo di vedere Snoopy e Woodstock pattinare sul ghiaccio fischiettando, liberi dai divieti e dalle restrizioni. O magari scorgere il baracchino ammiccante di Lucy van Pelt, la sorella maggiore di Linus, per l’occasione trasformato in vero e proprio “Posto di sblocco”. Questo Posto di sblocco di cui parliamo oggi trae appunto la sua ispirazione dalla grande saggezza dei fumetti, e lo fa per sondare la realtà meno rappresentata dei nostri tempi. L’idea è venuta a “Gli Omini”, la compagnia teatrale che avevamo già incontrato nel numero di settembre del 2012. Il gruppo è nato a Montale nel 2006, e di acqua sotto i ponti ne ha vista passare tanta, almeno quanto le persone incontrate in giro per l’Italia nel corso della realizzazione dei propri spettacoli. Sembra ieri che si usciva la sera per andare a teatro, noi da una parte ad applaudire, e loro a ricevere i meritati riconoscimenti per il loro lavoro. Nel 2018 Gli Omini avevano aperto un proprio spazio nella zona industriale di Pistoia, “La Segheria” la chiamano, con tanto di mini teatro per spettacoli quanto mai ravvicinati.

Ma se poi arriva il Covid e tocca chiudere tutto? Ci si reinventa, come al solito. In questo caso la palla l’ha passata il Teatro Metastasio, che ha creduto bene di mettere i nostri tre Omini – Francesco Rotelli e i fratelli Giulia e Luca Zacchini, più il regista John Snellimberg– sulle strade della città di Prato, per riprenderli con la telecamera mentre “palleggiano” amabilmente con le persone che passano – e si fermano. Si è trattato di un’esperienza che si spera di poter replicare anche altrove in futuro, non solo perché tutti indossano regolamentare mascherina, ma proprio per l’abbondanza stessa della “materia prima”. Il nostro baracchino verniciato di giallo è diventato infatti il posto fisso-mobile che ha aggregato di volta in volta giovani e meno giovani, italiani da una vita e non-italiani che da una vita vivono in Italia. Questa volta più che mai si è trattato di dar prova della benedetta capacità di ascoltare, di mettersi a sedere con qualcuno davanti, lasciando campo libero alle sue più personali divagazioni. E se nel 2006 la crisi in arrivo non prospettava niente di buono per le solitudini individuali di tutti noi, ecco che adesso la situazione si è vieppiù aggravata, e la partecipazione dei nostri Omini si è fatta ancora più intensa. Perché tra una cosa e l’altra si cresce e si cambia… per fortuna.

Gli otto giorni di registrazioni, tra ottobre e novembre dello scorso anno, hanno fruttato dodici episodi, disponibili su Tv Prato, sul sito del Teatro Metastasio, o direttamente su YouTube, per l’intrattenimento di tutti. Un modo diverso di relazionarsi con gli altri, per scoprire l’inconsueta normalità che ci contraddistingue un po’ tutti, perché scava-scava abbiamo tutti qualche blocco nascosto che attanaglia in grande o in piccolo le nostre vite – e magari a rivederle sullo schermo ci possono sembrare pure più “vere”. E allora forse riusciremo a scoprirci sorridenti e divertiti, mentre qualcosa si è già introiettato dentro di noi per farci pensare una volta di più, e magari più di una volta, che il mondo è bello perché vario, e che visti da vicino forse non siamo tutti un po’ “matti”, ma di sicuro non siamo “normali”. Siamo tutti soli, siamo tutti diversi, siamo tutti Omini – proprio come dicono Gli Omini, e allora ecco che il cerchio si chiude.

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