di Giacomo Bini
giugno 2021
L’area dell’antico castello di Montale Alto e la stradina medievale che ad esso conduce partendo dal centro del paese, sono un patrimonio che richiede di essere valorizzato e riqualificato. Non si tratta solo di un bene di inestimabile valore affettivo, perché ci si trovano le radici della comunità montalese, ma si tratta di un bene di rilevanza notevole dal punto di vista storico e archeologico, per non parlare della bellezza della zona dal punto di vista del paesaggio. La tutela, la manutenzione e anche lo studio del castello e di tutto quanto lo circonda devono diventare un obiettivo degli enti pubblici ma anche dell’intera collettività montalese, visto anche il beneficio che ne potrebbe derivare, non solo dal punto di vista culturale, ma anche turistico e di prestigio del territorio.
Alcune premesse ci sono già, come una proposta di valorizzazione del sito archeologico del castello elaborata nel 2007 da Alberto Agresti e Benedetta Biaggini su iniziativa dell’allora assessore alla cultura Franco Pessuti. Il lavoro di Agresti e Biaggini inquadra dal punto di vista storico e topografico l’area del castello e contiene una serie di schede analitiche sulle diverse porzioni della collinella di Montale Alto, indicando anche i tratti antichi di muro ancora affioranti e visibili e le tracce di parti di costruzioni che potrebbero essere riportati alla luce. Certamente la zona è stata interessata nel tempo da molte stratificazioni di interventi di epoca successiva ma è senz’altro possibile e opportuna la definizione di un’area archeologica ben delimitata che sia oggetto di studio e di valorizzazione. «L’indagine archeologica di superficie sulla collina di Montale Alto» scrivevano Agresti e Biaggini «ha permesso di individuare, sia sulla sommità che lungo le pendici, alcune evidenze sicuramente riferibili alla fase del castello medievale di Montale. Le modifiche sui pochi edifici originali conservati in elevato, lo spoglio operato sulle macerie e sui ruderi per il recupero di materiale da costruzione, la realizzazione di terrazzamenti a secco a fini agricoli per l’impianto di ulivi, non sono riusciti, tuttavia, a nascondere e cancellare completamente i resti più monumentali». La cancellazione dei resti antichi non è riuscita nemmeno con la realizzazione sulla collina più antica e storica di Montale di un cisterna dell’acquedotto negli anni sessanta.
Ora è giunto il momento che la comunità di Montale si riappropri dell’area del castello e dei dintorni. Il punto di partenza potrebbe essere la stradina antica che prende le mosse dalla villa di Malcalo, in pieno centro, e porta sulla sommità della collina. Recentemente c’è stata una frana di un tratto del muro in pietra che delimita la stradina che è stato ripristinato dal proprietario confinante Pietro Remollino. Il consiglio comunale ha recentemente approvato una mozione per la riqualificazione delle vie storiche. Ora si tratta di passare ai progetti e agli interventi.