di David Colzi
dicembre 2022
Una delle madonne più popolari della cristianità è quella del pittore Roberto Ferruzzi (1853-1934), che ritrae una giovinetta con in braccio un neonato che dorme. Inizialmente concepita dall’artista come maternità laica, fin da subito venne ribattezzata “Madonna con bambino”, o “Madonna del riposo”. La cosa curiosa è che da decenni la vediamo riprodotta su santini, medagliette e cartoline, sebbene il quadro originale sia scomparso da tempo. Di certo si sa che l’opera appartenne agli Alinari di Firenze e poi all’ambasciatore americano in Francia, ultimo proprietario conosciuto. Quindi potrebbe anche essere andata distrutta durante la seconda guerra mondiale.
Un oblio questo che sembrava essere toccato anche ad una copia locale, dipinta dal pittore amatoriale Libero Petrizzoni nel 1957, e realizzata per abbellire uno dei tabernacoli di Stazione che vennero abbattuti durante la riqualificazione dell’area negli anni ‘80. Tutti infatti davano per scontato che la “Maria Santissina del riposo” fosse andata in briciole, come le altri effigi sacre della zona; questo perché ormai da tempo si era perso il ricordo che durante le demolizioni per il rifacimento di Stazione, Guido Risaliti, proprietario del muro dove era contenuto il tabernacolo, donò il dipinto ad una famiglia del luogo, i Gherardini. Questo salvataggio fu appunto possibile perché non si trattava di un affresco ma di un olio su tavola, realizzato per sostituire l’effige precedente dipinta sulla parete, che già negli anni ‘50 era irriconoscibile.
A scoprire nuovamente la madonnina ci ha pensato Bruno Tempestini, cittadino molto attivo a Stazione, che lo ha rivisto un giorno in casa di Elena Ghelardini. La signora si è resa subito disponibile a riportare la tavola al pubblico, in modo che tutti i residenti possano riscoprire questa icona tanto amata. Inizialmente Elena e Bruno avevano pensato di donarla alla chiesa di San Giacomo a Stazione, ma poi hanno optato per un progetto più ambizioso: ricostruire il tabernacolo.
Dopo aver raccolto una novantina di firme, e dopo essersi confrontati con l’amministrazione comunale sulle possibili soluzioni anche attraverso un incontro col sindaco Ferdinando Betti, i promotori dell’iniziativa contano sulla disponibilità di edificare un nuova muratura, che andrebbe a sostituire la vecchia cabina del telefono dismessa, situata accanto alla ex edicola della Stazione. Questo progetto sarebbe in linea con l’aspirazione di dare nuova vita alla piazza Guglielmo Marconi, visto anche l’attesa realizzazione di nuovi parcheggi che dovrebbero allontanare le auto, così da riconsegnare quello spazio alle persone del luogo.
Oltre a questo Tempestini rilancia un nuovo progetto, cioè quello di creare un piccolo spazio in ricordo dei 3 bambini di Stazione che persero la vita durante la seconda guerra mondiale. I primi due erano Ubaldo Tempestini e Dante Teodoro Diddi, che morirono nel 1945, dopo aver rinvenuto un ordigno inesploso nell’aia dove giocavano. L’altro bimbo era Antonio Tempestini, ucciso nel 1944 sotto le macerie della sua casa, a seguito dei bombardamenti. Attualmente un cippo nei giardini pubblici di Stazione ricorda queste premature dipartite, ma Tempestini vorrebbe creare una bacheca con le loro foto e la loro storia.