Don Arturo Attucci – fra fede e impegno sociale

Don Arturo Attucci – fra fede e impegno sociale

di Andrea Bolognesi

marzo 2025

Nacque a Tizzana da Giuseppe e Maria Innocenti il 2 ottobre 1873. Studiò nel seminario di Pistoia e fece parte di quella schiera di preti pistoiesi che nella prima parte del secolo scorso stabilirono un nuovo rapporto tra clero e popolo. Il 27 agosto 1902 fu nominato economo spirituale della parrocchia di Tobbiana e il 18 ottobre 1903 parroco.

Spirito battagliero, di profonda fede ma anche di notevole cultura, seppe ben conciliare la sua missione di pastore di anime con le esigenze sociali e materiali dei suoi parrocchiani e la sua attività fu sempre mossa da una religiosità aperta alle nuove esigenze dei tempi, mai rassegnata e che nella Rerum Novarum vedeva “soprattutto un invito ai cattolici a scendere sul terreno sociale onde migliorino le condizioni dei lavoratori”. Per questo s’impegnò nell’associazionismo cattolico.

Nel 1919 fondò una cooperativa che garantiva generi di prima necessità a credito ai soci effettivi e anche a quelli simpatizzanti, che fu registrata il 2 agosto 1919 con nome di “Unione Cooperativa di Tobbiana” e della quale fu segretario. Istituzione molto importante per un paese come Tobbiana sottoposto a una forte emigrazione stagionale che spesso prevedeva pagamenti solo al termine del lavoro e c’era bisogno di una bottega che facesse credito mantenendo i prezzi stabili. Nella canonica teneva anche una scuola serale per gli adulti.

Ma la sua opera non si limitò solo al sociale, ma si estese anche al campo politico con la fondazione, nel 1920, del “Circolo Popolare” a sostegno del Partito Popolare che divenne quello più importante del paese. La sua attività, in favore del pensiero e dell’associazionismo cattolico e del Partito Popolare, si estese anche al giornalismo sulle pagine de “La Bandiera del Popolo”, foglio settimanale Democratico-Cristiano che si stampava a Pistoia attorno al 1920.

Con queste premesse, la sua ostilità al fascismo nascente non poteva che essere manifesta, tanto che questo suo atteggiamento portò i fascisti locali, con l’aiuto di quelli montatesi, a fare, la sera del 6 maggio 1921 (quindi pochi giorni prima delle elezioni politiche che si tennero il 15), una spedizione punitiva contro di lui entrando con la violenza nella canonica, accusandolo di essere antitaliano, di fare propaganda politica contro il Blocco abusando del suo ruolo” e in particolare “di aver detto dall’altare che chi vota per il Blocco è scomunicato.” Ma la cosa non finì lì, perché, da parte sua il sacerdote non si fece intimorire e, coerente nelle proprie idee, alcuni giorni dopo, in una lettera aperta al giornale “La Bandiera del Popolo” del 12 maggio, definiva il Partito Popolare come unico depositario della dottrina sociale della Chiesa e invitava i cristiani a votarlo; da parte loro i fascisti continuarono a sorvegliarlo e a minacciarlo, tanto che cercava sempre di farsi accompagnare da persone a lui fedeli. Nonostante questo, però, corse il rischio di essere “purgato”, allo stesso modo che la cooperativa e il circolo popolare furono sul punto di essere bruciate.

Un altro dei suoi progetti era quello di creare un asilo infantile a Tobbiana e ci riuscì dopo la seconda guerra. Era un asilo un po’ particolare, si teneva alla chiesa usando le stanze della canonica dove i bambini durante il giorno venivano fatti giocare, mangiare e anche riposare. Ma la sua idea era quella di costruire un asilo vero con abitazione per le suore e ricreatorio per i giovani. A questo scopo aveva comprato una casa ampia in paese, ma non riuscì mai a raccogliere il denaro necessario per adattarla nonostante che per realizzare il suo progetto, in data 18 maggio 1958 all’età di 85 anni, non avesse esitato a scrivere al Papa per chiedere un aiuto.

Il 20 novembre del 1961, all’età di 88 anni, dopo una vita interamente spesa in favore del popolo di Tobbiana, non solo attento ai bisogni spirituali ma anche materiali della sua gente, lasciò il paese ritirandosi nella casa di riposo di S. Francesco a Bonistallo dove morì il 3 aprile 1965. È sepolto nel cimitero di Tobbiana e per ricordare la sua opera il Comune di Montale gli da dedicato una via.

 

Foto di gruppo: Don Attuci assieme ai suoi parrocchiani nell’estate del 1961

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