Alpini ancora all’opera

Alpini ancora all’opera

di Marco Bagnoli. Foto: Gabriele Bellini.

settembre 2015

Abbiamo incontrato il Gruppo Alpini di Montale, presso la loro sede in via Martiri della libertà. La realtà degli Alpini montalesi parte da molto lontano, dall’epoca del servizio militare di ciascuno di loro, ma ufficialmente si costituiscono come associazione nel 1975. Negli anni, hanno raggiunto la quota storica 130 tesserati circa, mentre adesso il loro numero si è assestato sull’ottantina cui vanno obbligatoriamente sommate le mogli e soprattutto i figli, che nella sede attuale ci sono letteralmente cresciuti, tra una tombola, una befana e una cena di finanziamento. Una delle attività principali degli Alpini di Montale è proprio quella di raccogliere fondi – molto spesso tra di loro, da destinarsi poi alle cause più disparate; nel corso degli anni il territorio di Montale ha così potuto beneficiare di una serie di interventi di diversa natura, ma di ugual sentimento. Ricordiamo la ristrutturazione della Madonna del Fangaccio; il collocamento delle macine presso la sala consiliare di Badia; la costruzione del monumento al 25 Aprile alla Stazione; la costruzione del ponte del Rosso; il ricollocamento del monumento ai caduti nel parco dell’Aringhese; la costruzione della passerella sul fiume Agna in località Striglianella; il collocamento della grande croce di ferro a Poggio Alto; la ristrutturazione del monumento a Piazza. La maggior parte degli interventi sono realizzati di propria mano dai nostri alpini, oltre ad alcuni interventi obbligati di specialisti o artisti specializzati, come nel caso del monumento alle Cavallaie, su una base approntata dagli alpini. 

Una delle ultime fatiche consiste nella ristrutturazione e nella presa in carico della manutenzione e della pulizia del monumento in piazza Matteotti, quello che riporta il nome dei caduti in guerra. Il gruppo collabora in stretta sinergia con le attività del Comune, indipendentemente dal suo colore politico e sempre al di sopra di qualunque condizionamento, risultando una delle poche associazioni che sempre danno senza chiedere mai. Nel corso dell’ultima adunata nazionale all’Aquila anche i nostri Alpini hanno portato il loro contributo alla città, nel corso di un incontro emozionante e bellissimo – come dicono loro, 400.000 penne nere a dire che la città è ancora viva. Sono impegni e risultati che possono contare esclusivamente su di una vocazione al volontariato assolutamente esemplare per le nuove generazioni, quelle che magari in un momento di distrazione possono finire per sporcare il comune arredo urbano. Ogni attività è inoltre garantita dal corpo nazionale degli Alpini, che custodisce una copia delle entrate e delle uscite di ciascuna sezione locale. 

Se volete incontrarli, fino a che il tempo lo consentirà, potrete trovarli al laghetto – asciutto – della Smilea, dove per tutta l’estate e oltre si può giocare a bocce, bere qualcosa e stare in compagnia. Perché a ben vedere, se Montale ha potuto contare anche su un paio di centinaia di alpini, allora qualcosa di famiglia si può davvero sentire. Come vi può testimoniare il qui presente scrivente, trovatosi al cospetto, nel corso di questo articolo, della più che probabile borraccia d’ordinanza del babbo di mia nonna, Mario Bessi, ne’ Ginanni: forse la bevuta più autentica che un alpino possa condividere.

 

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