di Giacomo Bini
settembre 2022
Mentre il mondo della solidarietà e del giornalismo è in lutto per la morte di Nicola Cariglia, presidente della Fondazione Turati, vogliamo aprire questo nostro numero con un appello che lo stesso Cariglia ha pronunciato con insistenza negli ultimi anni: mettere al centro dell’agenda politica il problema degli anziani non autosufficienti, il cui peso grava ancora principalmente solo sulle famiglie.
In un intervento sul mensile “Senzaetà” del 2018 Cariglia scriveva così:
Sono circa 2,5 milioni gli anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti, in Italia. E il numero è in rapido aumento. In meno di 40 anni, infatti, gli over 75, da 6,7 milioni dovrebbero salire a 10,5 milioni. Fino ad ora il carico di questa situazione grava, quasi del tutto, sulle famiglie. Che assistono direttamente tali soggetti nelle abitazioni e che pagano gli indispensabili sostegni a domicilio o le rette alle strutture che li ospitano. È un sistema già in crisi, che non regge più. Il tempo è scaduto per una radicale trasformazione del nostro welfare. La scelta è drammaticamente chiara: o si riforma, o lo si abolisce perché i costi sono insostenibili. La scelta è politica che più politica non può essere. Gli eredi di coloro che a fine ottocento furono i protagonisti dello Stato sociale, attento ai bisogni delle famiglie, dei disoccupati, dei malati, dei vecchi, dei bambini dovrebbero essere i primi a scendere in campo. Decidano di impegnarsi seriamente per un nuovo e moderno welfare che potrebbe, da solo, rappresentare il cemento di una forza di sinistra che aspira a governare. Oppure si rassegnino al triste declino attuale. Tra liti, divisioni e perenni proclami di rinnovamento che i fatti, puntualmente, si incaricheranno di smentire.
Sono passati quattro anni ma non ci sono stati progressi; quella scelta politica invocata da Cariglia non è stata fatta e le famiglie sono ancora da sole o quasi. L’appello è stato ripreso il 9 settembre del 2022 da 53 organizzazioni coinvolte nell’assistenza e nella tutela degli anziani che hanno stipulato un “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza”.I punti di questo patto sono un manifesto indirizzato alle forze politiche, al nuovo parlamento e al nuovo governo. Ecco il primo punto: fare della non autosufficienza una priorità politica:
In Italia esiste una diffusa questione sociale che ha sempre incontrato difficoltà nel trovare ascolto da parte della politica nazionale. È quella riguardante gli anziani non autosufficienti: se si considerano loro, i familiari e chi li assiste professionalmente si arriva a circa 10 milioni di individui. Sino a che un tema di così ampio rilievo sociale rimarrà ai margini del dibattito politico, sarà impossibile mettere in campo gli sforzi progettuali e i significativi stanziamenti necessari per fornire risposte adeguate alle tante persone interessate. La nuova legislatura è chiamata, dunque, ad un cambio di passo: collocare la non autosufficienza al centro dell’agenda politica.
Il patto propone di creare un Sistema Nazionale Assistenza Anziani come negli altri paesi europei, in modo da dare autonomia al settore della non autosufficienza e in modo da unire le forze. Il Sistema Nazionale Assistenza Anziani supera l’attuale frammentazione degli interventi per costruire un unico sistema integrato della non autosufficienza. Lo scopo è unire le forze degli enti pubblici, del terzo settore e dei privati, in modo da garantire un effettivo diritto all’assistenza come responsabilità politica. Impegnarsi per attuare questo patto-manifesto è un modo per onorare la memoria di Nicola Cariglia.