di David Colzi
giugno 2022
L’AMPP è un’associazione no profit che dal 2005 unisce le province di Prato e Pistoia. La sua nascita è dovuta alla fusione di due gruppi: quello storico di Prato, il GRG (Gruppo Ricerche Geologiche) e il GMGP (Gruppo Mineralogico Geopaleontologico Pistoia).
Per saperne di più siamo andati a parlarne con i tre componenti aglianesi del consiglio, che sono: Rocco Biondino – vicepresidente, Francesco Bonacchi – consigliere e Giancarlo Mangoni – tesoriere – nonché figura storica del gruppo. A lui infatti si deve l’intuizione di fondere le due realtà di Prato e Pistoia. Oltre a loro, nel consiglio ci sono: Alessio Argentieri – presidente e Paolo Gianinoni – segretario. Questa importante realtà culturale a carattere amatoriale si interessa di tutto ciò che ruota attorno al mondo dei minerali, ma non disdegna neanche l’affascinante universo dei fossili. Per farsi conoscere, l’AMPP organizza mostre scambio, mostre didattiche e escursioni mineralogiche (gratuite) che coinvolgono i soci, le loro famiglie, oppure semplici appassionati. Inutile dire che quest’ultimi eventi sono particolarmente apprezzati dai più piccoli, perché si sta all’aperto, ci si sporca le mani e alla fine parla dei “tesori” trovati. Per l’AMPP è poi fondamentale la collaborazione con gli altri gruppi mineralogici toscani e italiani e più in generale con tutte quelle associazioni con le quali possono creare eventi assieme. E siccome la loro sede è in via Galcianese, proprio accanto al Museo di Scienze Planetarie di Prato, i soci si rendono disponibili in giornate specifiche, per mostrare ai ragazzi in visita i minerali al microscopio, rispondendo a tutte le loro domande. Sempre in ambito giovani, il gruppo mantiene contatti con il mondo della scuola, proponendo giornate incontro con i bambini delle elementari. Non solo: L’AMPP è in stretto contatto anche con le università di Firenze e Pisa, con le quali condivide le proprie scoperte che talvolta portano a pubblicazioni su riviste specializzate, come è accaduto per un ritrovamento di Giancarlo. E’ capitato persino che un socio abbia dato il nome ad un minerale trovato, in quanto esemplare unico al mondo.
Addentrandoci nel mondo della ricerca sul campo, veniamo a scoprire che come varietà mineralogiche, la Toscana offre tantissimo, eguagliata solo dalla Sardegna. Oggi però si trovano minerali più piccoli, alcuni apprezzabili solo col microscopio, perché la raccolta dura ormai da decenni; a questo va aggiunto che le cave accessibili sono sempre meno. Poi, naturalmente, ci vuole un occhio esperto, perché è difficile inciampare su un minerale passeggiando nel bosco, come fosse un fungo. Spesso bisogna osservare la natura e intuire che in quella tale parete o in quel singolo masso, data la loro morfologia, può nascondersi qualcosa di interessante. Perché i minerali, come fossero fossili, vanno quasi sempre estratti con una pulizia minuziosa fatta di attrezzi manuali e lavaggi specifici, ponendo la massima attenzione ad ogni passaggio; quindi scordatevi scene tipo quella dei sette nani della Disney che nella loro miniera trovavano le pietre preziose già luccicanti che li aspettavano in superficie. Va poi detto che i concetti di “prezioso” e “raro” in ambito mineralogico, sono opinabili. Infatti, ci dicono i nostri tre esperti, per un cacciatore di minerali non è indispensabile trovare qualcosa di unico che valga tanti soldi, ma trovare qualcosa di inusuale per quel territorio e che magari in un altro abbonda. Questo può portare a interessanti dibatti scientifici. Insomma quello della mineralogia è un mondo affascinante, pieno di sfaccettature e tutto da scoprire, proprio come un minerale.
Per informazioni: 3381678432 associazioneampp@libero.it
Giancarlo, in oltre quarant’anni di attività, può vantare una collezione di diverse migliaia di pezzi, comprendenti oltre 250 specie. Si tratta di una raccolta sistematica, organizzata per località toscane; quindi non riunisce i suoi minerali per tipologia, ma a seconda di dove li ha trovati, cava o miniera che sia.
A Francesco invece piacciono i minerali estetici, tipo il Quarzo tramoggia, che nelle nostre colline abbonda ed è considerato particolarmente bello, tanto da essere soprannominato “il diamante di Pistoia”. Pensate che ha una struttura talmente limpida e trasparente da sembrare vetro. Francesco ci confida di averne trovati alcuni di oltre 5 centimetri, che sono dimensioni notevoli per questa parte dell’Appennino. Altra sua passione sono i solfuri, che lui colleziona da tutto il mondo.
Quindi Giancarlo e Francesco hanno collezioni composte dai loro ritrovamenti e scambi fatti nelle varie mostre, mentre quella di Rocco è stata creata negli anni da scambi e acquisti internazionali. Iniziata con le conchiglie, oggi comprende anche centinaia di minerali e fossili. Sono pezzi straordinari e alcuni di dimensioni notevoli, come si vede nelle foto in questo articolo. Proprio quest’anno il vice presidente festeggia i suoi primi 30 anni da collezionista.