di Giacomo Bini
dicembre 2015
Fermi i cantieri privati, ferme anche, di conseguenza, le opere pubbliche ad essi strettamente connesse perché da realizzare a scomputo di oneri di urbanizzazione. Nel centro di Montale ci sono alcuni punti nevralgici, importantissimi per lo sviluppo urbanistico e anche per l’immagine esteriore del paese, dove anziché parcheggi e nuove strade, si vedono transenne chiuse coi lucchetti e ormai arrugginite al di là delle quali crescono solo desolate sterpaglie.
E’ il segno visibile della crisi del settore edilizio ma anche del fallimento di una strategia amministrativa, quella di accollare al privato certe opere pubbliche tramite scomputo di oneri di urbanizzazione, che è andata bene finché il mattone navigava a gonfie vele ma che negli ultimi anni ha rallentato drammaticamente il passo. Lo scomputo di oneri, che era la parola magica di tutti gli uffici tecnici comunali, è diventato un boomerang, perché le imprese private che lasciano le loro opere incompiute, non portano a termine nemmeno gli interventi di interesse pubblico che erano chiamate a realizzare. E così chi ci rimette è l’intera collettività che non ha preso né i soldi né le opere dell’urbanizzazione. Tra gli interventi incompiuti nel centro del paese ne risaltano soprattutto tre: in via Sem Benelli, davanti alla villa Smilea, in via Guazzini, la strada delle Poste e la Caserma dei Carabinieri, e nella piazzetta dell’Abbazia di San Salvatore in Agna.
Davanti alla Smilea c’è una costruzione lasciata incompiuta che doveva ospitare, secondo il progetto, otto appartamenti e due fondi commerciali, ma insieme e accanto, avrebbero dovuto nascere un’area a verde, dalla parte di via Giordano Bruno, un parcheggio pubblico antistante anche al servizio della villa-castello e un marciapiede lungo via Martiri della Libertà. Prima dell’apertura del cantiere, in quel posto c’era uno spiazzo abbandonato e polveroso che serviva per il parcheggio di ruspe e altri mezzi pesanti. Molti cittadini avevano segnalato come fosse poco decoroso quel terreno abbandonato all’ingresso del paese e a due passi dalla Smilea. Il nuovo intervento edilizio doveva migliorare la viabilità e anche l’estetica, invece al posto della polvere ci sono sterpaglie e l’edificio si erge vuoto e malinconico, come una promessa mancata.
In via Guazzini e al confine con via dell’Oste, nell’area a sud della caserma dei Carabinieri, era stata concessa dal Comune una licenza edilizia per un complesso di una ventina di appartamenti, ma il cantiere non è neanche partito e l’area è invasa dalla vegetazione spontanea. Il progetto prevedeva che i privati realizzassero anche un tratto di strada che prolungasse via Guazzini, attualmente senza sfondo, per collegarla a via Don Minzoni. Quel pezzo di strada avrebbe una grande rilevanza perché permetterebbe una revisione del sistema del traffico nella zona sud del centro del paese con l’attuazione dei sensi unici già realizzati con successo in altre zone. Niente appartamenti, dunque niente nuova strada e niente sensi unici.
Una situazione simile si è verificata nella piazzetta davanti alla Badia di San Salvatore in Agna. La piazzetta avrebbe dovuto essere pavimentata nell’ambito dei lavori da compiere a scomputo di oneri di urbanizzazione per il grosso intervento edilizio realizzato, con alcune decine di appartamenti, in via Parini. Una parte dei lavori a scomputo di oneri sono stati fatti, come il marciapiede lungo via Sem Benelli che prosegue in via Boccaccio tutto intorno al complesso della Badia. Ma non è stata fatta la pavimentazione davanti alla chiesetta, dove ancora ci sono pozzanghere d’inverno e polvere d’estate, con disagio per chi va in chiesa e per i residenti. In questo caso, a differenza di quanto è accaduto alla Smilea e in via Guazzini, il grande condominio con decine di appartamenti in via Paini è stato fatto ma le opere di urbanizzazione, pur realizzate in parte consistente, non sono state completate del tutto. In altre zone del paese sono previste altre opere di interesse pubblico connesse a interventi di privati: si tratta di una porzione della cassa di espansione di via Garibaldi che dovrebbero realizzare i proprietari del complesso ex BBS e anche dello spazio a verde nel centro del paese, che è legato, secondo il regolamento urbanistico in scadenza, ad interventi edilizi di privati. C’è da sperare che in questi due casi le cose vadano a finire meglio.