di Giacomo Bini
Parliamo al telefono con Claudio Bigagli dopo il ritorno dalla Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia, dove ha presentato con successo il film “Un giorno speciale”, tratto dal suo romanzo “Il cielo con un dito” pubblicato da Garzanti.
La sua voce è sempre quella del ragazzo con cui si scherzava in piazza, davanti al bar di Trombino, con quel guizzo inconfondibile di ironia anche quando si parla di cose serie. E’ un montalese di cui andare fieri, Bigagli, un artista di quelli coerenti, che si è costruito con tenacia una carriera all’insegna della qualità e della serietà professionale. Anche, talvolta, pagando qualche prezzo. Da qui, forse, la sua attenzione per le difficoltà dei giovani come i protagonisti del suo romanzo: una ragazza che cerca di sfondare nel mondo dello spettacolo con l’appoggio di un uomo politico e un ragazzo che fa l’autista e la va a prendere col “macchinone” blu. <<E’ un film contro quel vizio per cui devi pagare un prezzo anche per quello che ti è dovuto.>> dice Bigagli <<Anch’io sono stato di quei giovani che hanno fatto fatica, con una carriera sempre in salita in cui ogni volta si ricomincia da capo. Comunque per me è stata una cosa naturale, anche se mi è costato perdere qualche amicizia e qualche lavoro>>.
Basta scorrere l’elenco dei registi con cui Bigagli ha lavorato per cogliere lo spessore del suo percorso artistico: Paolo ed Emilio Taviani, Nanni Moretti, Roberto Benigni, Gabriele Salvatores, Paolo Virzì, Daniele Luchetti, Ettore Scola, Carlo Lizzani, insomma il meglio del cinema italiano. Bigagli è anche regista (con il “Guerriero Camillo” e “Commedia Sexy”) e autore di teatro, con la fortunatissima commedia “Piccoli Equivoci”, diventata un film di Ricky Tognazzi e ora ripresa in teatro da Francesco Montanari. Il romanzo “Il cielo con un dito” è nato dalla solita scommessa di provare cose nuove che continua ad accompagnare l’attività di un artista cui piace la varietà e non rifugge dalle sfide. <<L’idea era di fare una sceneggiatura per un film>> racconta Bigagli <<ma c’era una situazione politica che precludeva i finanziamenti ad un’opera del genere, allora mi sono rivolto all’editoria e ho trovato subito disponibilità nel direttore editoriale di Garzanti Oliviero Ponte di Pino. Dopo l’uscita del libro si è creato l’interesse per farne un film; Francesca Comencini si è innamorata della storia ed è riuscita a realizzarlo come produttore indipendente, senza soldi pubblici. Il film è stato fatto a bassi costi ed io, pur di vederlo nascere, ho ceduto i diritti gratis. Sono contento perché è venuto bene, è una storia che funziona, ha una struttura forte svolgendosi tutta nell’arco di un solo giorno>>.
In questo momento Bigagli sta scrivendo “cose nuove”, sceneggiature, ma naturalmente continua a fare anche l’attore per il cinema e in TV. Grande prova di bravura, per esempio, la sua interpretazione in “C’è chi dice no”, un film sul nepotismo dei baroni universitari (<<Faccio uno stronzone di professore>>) accanto a Giorgio Albertazzi. <<La recitazione è come sciare>> dice Bigagli <<non si disimpara anzi, siccome è un mestiere in cui si usano le cose dell’anima, il vivere aggiunge e non toglie>>.
