di Giacomo Bini
marzo 2014
Il muro di pietra che sostiene l’argine dell’Agna è una delle vittime del maltempo che tanti danni ha fatto anche nel territorio comunale di Montale. In un tratto del torrente, in corrispondenza delle vie Cavour e Pirandello, nel rione Badia, il muro si è staccato dall’argine ed è scivolato verso il basso. L’ampia ferita prodottasi nell’argine, larga una trentina di metri, rischia di estendersi ulteriormente. Il grosso muro non si è ancora sgretolato, ma è rimasto in sospeso, in bilico e pende verso il torrente, dove può crollare da un momento all’altro rischiando di ostruire con una valanga di pietre il corso d’acqua sottostante. Potrebbe correre qualche rischio, in caso di allargamento della frana, anche il monumento al partigiano Enzo Nesti, che trovò la morte ad opera dei tedeschi nel 1944 proprio in questo tratto del torrente.
L’inizio del movimento franoso risale alla prima settimana di gennaio e subito fu segnalato dai proprietari dei terreni al Consorzio Ombrone e agli uffici comunali. La Polizia Municipale e l’ufficio tecnico di Montale, effettuato un sopralluogo, hanno inviato la documentazione fotografica e una relazione informativa alla Provincia e al Consorzio Ombrone, che è l’ente incaricato del ripristino. Ma in questo periodo di numerose e gravi emergenze, il muro dell’Agna non è forse considerata un’urgenza prioritaria. In effetti non ci sono pericoli per abitazioni, strade o persone, ma il rischio ambientale non è affatto trascurabile e soprattutto è in pericolo un bene di valore storico e paesaggistico di notevole rilievo. Il muro è di per sé un manufatto pregevole, testimonianza di una perizia tecnica e di un’attenzione alla tutela dei fiumi, che forse dovrebbe essere recuperata. E in ogni caso si tratta di tutelare uno dei punti più belli del corso dell’Agna, dove il torrente si allarga e presenta un’ampia cascata a gradoni che anch’essa è un prodotto dell’arte antica della regimazione dei fiumi.
Il crollo del muro potrebbe essere l’occasione per richiamare l’attenzione di tutta la collettività all’importanza dell’Agna, che è un patrimonio ambientale quasi del tutto dimenticato. Le rive del torrente sono per lunghi tratti del tutto inaccessibili al pubblico, mentre potrebbero diventare un vero polmone verde per la comunità. Forse anche il fatto di segnare il confine tra i due Comuni di Montale e di Montemurlo, non ha aiutato l’Agna ad essere preso in considerazione. Ma è ora di pensare a questo corso d’acqua non come un limite del territorio comunale, ma come un elemento di congiunzione tra Montale e Montemurlo e anche tra la collina e la vallata. Il ripristino del muro potrebbe essere il punto di partenza per una riappropriazione del fiume da parte della cittadinanza.