di Giacomo Bini. Foto: Gabriele Bellini.
settembre 2014
Vasi di ceramica che proiettano giochi di luci sulle pareti, lampade piene di liquido che emanano essenze profumate, ante di mobili luminose come cieli stellati e cangianti al tocco delle dita, tappeti scendiletto che si illuminano all’appoggio del piede, tavoli di marmo interattivi e touch screen. Non è il laboratorio di un mago, ma elettronica sposata al design, l’ultima frontiera della ditta Elfi srl dei montalesi Fabrizio Innocenti e Leonardo Fabbri. La Elfi da diversi anni progetta e produce apparecchiature elettroniche, spaziando dai sistemi per il controllo a distanza dei camion, agli impianti di segnalamento per le linee ferroviarie, dai dispositivi di apertura delle porte dei treni, alle schede di controllo dei pantografi.
Le lampade a led, con un’anima elettronica rivestita di bellezza tutta italiana, sono la scommessa per il futuro, un lavoro da «sarti della tecnologia» come amano definirsi alla Elfi. La sede della ditta in via Prato ad Agliana, un piano terra senza insegne nella zona industriale, è una fucina ribollente di idee nuove e non fai in tempo a capirne una che subito te ne sottopongono un’altra; ti concentri sulle lampade e loro ti parlano delle smartcity. Il cuore operativo è un laboratorio dove si compongono le schede elettroniche con le macchine più moderne, ma il cervello è una sala di progettazione in cui tra computer e stampanti 3D fanno mostra di sé i nuovi nati, i prototipi delle lampade a led più innovative, che aspettano solo di essere lanciati nel processo produttivo. Questi prototipi sono il frutto di una collaborazione tra la Elfi, che ci mette la tecnologia elettronica e una serie di istituti di architettura e design che ci mettono l’idea progettuale (come l’Istituto per le industrie artistiche di Faenza o l’Istituto universitario di architettura e disegno industriale di Firenze o anche il Liceo Artistico di Forlì), con l’apporto essenziale anche di tanti bravi artigiani del legno, del marmo, della ceramica o della stoffa, che forniscono l’essenziale apporto realizzativo.
Unire tante competenze differenti non è facile e ancora più arduo è passare poi alla fase della industrializzazione del prodotto. Ma i titolari della Elfi sono abituati alle sfide difficili perché hanno iniziato, dieci anni fa, nel salotto di casa di uno dei titolari e anche oggi, che sono ormai una ditta affermata, hanno mantenuto lo stesso spirito un po’ da pionieri delle origini, anche se con i piedi ben piantati nella realtà economica attuale. La Elfi, insieme ad altre sei aziende pistoiesi della Cna, ha recentemente partecipato alla mostra Innotrans di Berlino, la più grande esposizione mondiale del settore dei trasporti, in uno spazio messo a disposizione da Toscana Promozione e Camera di Commercio di Pistoia. Inoltre la ditta di Fabbri e Innocenti fa parte dell’elenco del Ministero della Ricerca, che comprende le aziende dedite alla ricerca e alla innovazione; inoltre mantiene rapporti molto attivi con il mondo della scuola e della formazione.
Parlando con Leonardo Fabbri, che è anche membro della presidenza di Cna Pistoia, emergono tante riflessioni sulle debolezze del sistema delle imprese italiano: la difficoltà di unirsi in rete, la scarsa capacità di presentarsi al mercato mondiale insieme, come filiera, e non sparpagliati, uno sguardo rivolto troppo a se stessi anziché al confronto col mondo. Quello che non ti aspetti è l’assenza della rituale lamentela sulla crisi in corso. «Più che la crisi» sostiene Fabbri «fa male l’attendismo». Ma alla Elfi fermi non stanno di sicuro.