di Giacomo Bini. Foto: Gabriele Bellini
maggio 2013
Il dottor Ettore Saffi Giustini, medico di famiglia di Montale, è stato recentemente nominato come esperto nell’Agenzia Nazionale del Farmaco. Il medico montalese è stato chiamato a far parte del Comitato Consultivo per l’area delle Cure Primarie, un organismo di nuova costituzione che per la prima volta permette ai medici di famiglia di essere ascoltati nella sede dove si decidono le autorizzazioni dei farmaci del sistema sanitario nazionale. E’ un riconoscimento importante del ruolo dei medici di famiglia come primo ed essenziale elemento del sistema sanitario. La valorizzazione del ruolo della medicina generale è da sempre al centro dell’impegno del dottor Giustini, che ha compiuto diversi studi anche sul tema della prescrizione e dell’assunzione dei farmaci e sulla necessità che il medico segua attentamente l’esecuzione della terapia da parte dei pazienti.
“La non aderenza ai farmaci è un evento pericoloso per la salute” ha scritto il dr. Giustini in un articolo sul sito della Società Italiana di Medicina Generale “riduce il benessere dei pazienti e aumenta i costi sanitari; negli USA la non aderenza ai farmaci causa circa 125.000 morti all’anno”. L’attenzione alle esperienze degli altri paesi e anche l’apertura alle novità tecnologiche, come l’uso dei mezzi informatici, fanno parte dello sforzo del dottor Giustini di tenere la sua professione al passo coi tempi.
Una delle sue idee di fondo è che un sistema efficiente è quello che cura bene i malati senza sprechi di risorse, utilizzando razionalmente soldi e tempo. “Il nostro sistema sanitario” scrive Giustini “ha estrema necessità di misurare ciò che fa e cosa “produce” in termini di processo e di esito, almeno intermedio anche per comprendere se a parità di costi si sarebbero potuti ottenere risultati migliori agendo in maniera diversa”. Proprio per potenziare il ruolo delle cure primarie nel territorio, il dottor Giustini è tra i promotori di una associazione di medici e di infermieri che a Montale hanno messo in comune le proprie professionalità nei locali sopra il distretto sanitario dell’Asl. Lo scopo è curare meglio i malati, specialmente quelli cronici, e seguire meglio chi viene dimesso dall’ospedale.
In ultima analisi la medicina generale, riorganizzata in modo moderno, è la via maestra per rafforzare i presidi territoriali avvicinando le cure ai malati e facendo risparmiare le spese ospedaliere. «Solo la riorganizzazione ed il rinforzo del territorio» sostiene Giustini «può fronteggiare la continua ed inopportuna richiesta di prestazioni ospedaliere: liste d’attesa, eccessivi costi, disagi per la popolazione, dequalificazione degli ospedali cui dovrebbero competere prestazioni di alto livello!» Ma per ottenere questo occorre anche insegnare la medicina generale all’università. «Se agli studenti universitari, (IV – V anno) non sarà insegnata la professione della “Medicina Generale”» afferma Giustini «ed i relativi assetti organizzativi, il SSN non potrà disporre di medici in grado i comprendere la “sfida dei prossimi anni”. E saranno i cittadini di domani a subirne le conseguenze».