di Marco Bagnoli. Foto: Gabriele Bellini.
marzo 2022
L’autofficina Gori esiste dal 2009, «al servizio della nostra clientela», come dicono loro. Inoltre l’officina ha anche un “sottotitolo”, ovvero “Il Volante D’Oro”. E noi, curiosi come pochi, siamo andati a scoprire perché. Questo volante d’oro altro non è che il titolo spettante alla precedente versione dell’officina, quella che nasce nel 1970 – un titolo sancito da un’apposita votazione dei lettori della rivista Quattro ruote. E si tratta di una rivista nazionale, quindi non è un titolo di poco conto…
A fondare l’autofficina in quel 1970 di cinquanta e passa anni fa è stato Franco Gori, all’epoca impegnato più che altro dalle macchine, sì, ma nei panni di pilota: quella del rally e delle gimkane sono un’unica passione che lo coinvolge da una vita. Anche il fratello Pierluigi si unirà alla partita, prestando la propria testa e le proprie mani – oltre a una ragguardevole dose di cuore – alla nobile eterna causa dell’uomo e del suo veicolo, in questo caso tenendo l’amministrazione e seguitando a fare il camionista. Nel 1974 nasce il figlio di Franco, Davide: ci sembra ancora di vederlo coi calzoncini e appena un paio d’anni, buoni quanto basta per dar da fare al babbo mentre lavora. Come diceva nonno Gino, «Guarda e impara». E Davide, a quanto pare, teneva gli occhi bene aperti.
Sarà proprio Davide, nel 2009, a rifondare l’azienda di famiglia, pensando proprio all’aureo lavoro fin lì compiuto dal genitore e dallo zio. E Franco non poteva certo fare a meno di partecipare, nell’inedita veste di collaboratore. Perché in effetti capita un po’ a tutti, nella vita, di diventare i collaboratori del proprio figlio… Ma oltre all’estendere la propria attività anche all’assistenza tecnica delle ambulanze, i nostri Gori non potevano certo restare solo a guardare, e così hanno sempre affiancato al lavoro “normale” anche quello ben più emozionante della messa a punto dei bolidi per le corse. Sono loro che si occupano delle prestazioni e dell’efficienza del motore, e dell’indispensabile sicurezza dei piloti. Il prossimo step è uno di quelli che sembrano promettere bene: il figlio di Davide, Valerio, tredici anni appena, già si interessa di motori, e ambirebbe a poter un giorno lavorare nientemeno che per il Cavallino Rampante. So’ ragazzi… ma alle volte ci pigliano.
Ma a proposito di generazioni, si parlava del nonno; Gino Gori non solo guidava il camion, e poi le ambulanze e il pulmino delle scuole, ma fu addirittura il fondatore della Croce d’Oro di Montale. E se proprio vogliamo dirla tutta, anche la mamma di Davide, Emanuela, è stata a sua volta una rallista, tutta occupata a far quadrare i tempi della famiglia con quelli delle gimkane. Come dire: il piccolo Davide proprio non aveva scelta. Lui non ha mai corso, ha sempre preferito mettere a punto le macchine, per poi eventualmente essere fiero delle loro vittorie, come un babbo del figlio che riporta a casa un bel voto.
Che altro dire? Che negli anni è cambiato il mondo – anche se alle volte resta terribilmente uguale a se stesso, come sempre. Le macchine di oggi non le ripari più aprendo il cofano e lavorando con la chiave del 13. Oggi c’è l’elettronica. Eppure, il tempo che ci revisioneranno a tutti quanti il chip della passione, quello è ancora in là da venire. Per fortuna.