di Giacomo Bini
settembre 2016
Pietro e Albina Gori, sono stati insigniti del titolo di “Giusti tra le nazioni” dallo stato di Israele per aver accolto e nascosto in casa un giovane ebreo nel 1943 salvandolo dalla deportazione in un lager nazista. Contadini mezzadri di un podere della fattoria Sozzifanti, Pietro e Albina vivevano con i loro tre figli vicino all’argine dell’Agna, dove ora sorge la zona industriale. Una sera dopo le dieci qualcuno bussò alla loro porta e si trovarono di fronte alla grave scelta se accettare o meno in casa propria il giovane ebreo Alfredo Saltiel di 27 anni. Pietro e Albina misero a letto i figli, pensarono bene alla decisione da prendere perché sapevano di rischiare la loro stessa vita, ma alla fine non ebbero dubbi. «Se fosse nostro figlio vorremmo che qualcuno lo aiutasse» furono le loro parole.
Alfredo Saltiel aveva in precedenza trovato asilo, insieme ai suoi genitori Moise e Olga, in casa di Sem e Maria Grassi di Agliana, che per questo sono stati insigniti anch’essi del titolo di “Giusti tra le nazioni”. La famiglia Saltiel fu però vittima di un rastrellamento in casa Grassi eseguito dai tedeschi su indicazione delle autorità locali. Moise e Olga furono caricati su un camion e portati prima a Fossoli e poi ad Auschwitz dove trovarono la morte. Alfredo sfuggì all’arresto e trovò rifugio presso la famiglia Gori dove rimase molto tempo con un falso nome e falsi documenti. Il giovane Saltiel fu catturato in un rastrellamento dei tedeschi, ma per sua fortuna non fu identificato come ebreo e fu inviato ad un campo di lavoro nel nord Italia, da dove riuscì a fuggire tornado avventurosamente a Firenze. Il giovane ebreo si ripresentò a Montale, a casa Gori, a seguito delle truppe alleate.
Dopo la guerra Alfredo è rimasto sempre in contatto e in amicizia con la famiglia Gori, che è venuto a trovare con la moglie e i figli. Il 7 settembre del 2008 l’esempio dei coniugi Gori è stato ricordato nel corso di una manifestazione organizzata dal Comune a villa Smilea in occasione del 64esimo anniversario dell’eccidio di via Roma. Per conto di Pietro e Albina, deceduti da tempo, ricevettero il riconoscimento dalle mani del sindaco Piero Razzoli i tre figli Mario, Ada e Rina. Per oltre 50 anni l’atto di umanità di Pietro e Albina non è stato pubblicamente ricordato e riconosciuto. Nel 1992 c’è stata l’assegnazione ai due montalesi, insieme ai Grassi di Agliana, del titolo di “Giusto tra le nazioni” da parte di Israele. Il fatto ha avuto meritato e pubblico risalto solo nel 2007 grazie ad una iniziativa dell’allora presidente del consiglio provinciale Marco Giunti, che ha individuato i nomi di otto pistoiesi scritti nel muro d’onore a Gerusalemme. Anche le comunità di Montale e di Agliana hanno i loro “giusti”.
Foto in alto: Pietro Gori. Foto a metà articolo: Alfredo Saltiel. Foto sopra: Olga e Moise Saltiel.