di Giacomo Bini. Foto: Gabriele Bellini
settembre 2017
La Fattoria di Casalbosco è in prima fila in una sfida coraggiosa e affascinante, quella di dimostrare che i vini pistoiesi, quando sono di qualità, non hanno nulla da invidiare alle eccellenze di altre più famose province toscane con le quali possono competere testa a testa sulle tavole di tutto il mondo.
E’ una sfida che la famiglia Becagli, proprietaria della fattoria di Santomato, sta conducendo su due terreni paralleli, quello della produzione di alto livello e quello della comunicazione. Perché non basta “sfornare” vini eccellenti, bisogna anche farli conoscere non solo all’estero, ma soprattutto nella nostra zona, dove è radicata l’abitudine a snobbare il prodotto locale a vantaggio di marchi più conosciuti. Paradossalmente è più facile far conoscere i vini locali a un giapponese che a un pistoiese. «Noi chiediamo solo che i nostri vini vengano assaggiati» dice Eleonora Ciardi della Fattoria di Casalbosco «perché siamo sicuri della loro qualità. A nostro parere in ogni ristorante della zona ci dovrebbe essere, accanto a quella di altri vini, anche la proposta del vino pistoiese». Sul piano della ricerca e dell’innovazione la Fattoria di Casalbosco è all’avanguardia come dimostra lo straordinario successo di un vino originalissimo, che viene prodotto in anfore di terracotta e follato a mano, che si impone per un gusto di rara freschezza, che evoca la «ghiaia bagnata».
Nella convinzione che il destino di un vino sia legato a quello del suo territorio Casalbosco ha prodotto il Fuorcivitas, una cabernet in purezza dedicato a Pistoia, capitale della cultura. Inoltre l’azienda di Santomato promuove da tempo iniziative per far conoscere i vini della fattoria nell’ambito della ristorazione locale, che è la prima vetrina e la prima occasione di assaggio per il turista, oltre che per il cliente di zona. Per questo Casalbosco ha organizzato un servizio di fornitura a domicilio per i ristoranti e una serie di occasioni di degustazione presso i ristoratori pistoiesi. E’ un lavoro capillare che nasce dalla certezza del valore del prodotto. Da questo punto di vista il biglietto da visita più prestigioso, è il superbo Orchidea, un vino di cabernet e merlot dedicato alla memoria di Raffaella Becagli, che guida la flotta dei rossi, dai Chianti Casalbosco e Riserva fedeli alla tradizione locale del sangiovese, al Carminio che combina un 50% di merlot al cabernet e allo stesso sangiovese fino al Fuorcivitas e al Terrecotte. La Fattoria di Casalbosco, con i suoi 45 ettari di vigneti in una tenuta di complessivi 150 ettari con boschi e oliveti, è un vero gioiello sulle colline di Montale e Santomato. Solamente uno sguardo alla cantina con la sua armonia di tradizione e modernità basta a far capire la passione e il rigore di un’azienda che da tempo si impone sui mercati stranieri, dal Canada al Giappone, ma che vuole anche diventare profeta in patria, in modo da rappresentare Pistoia nel mondo.
La Fattoria di Casalbosco e la Fattoria Betti di Quarrata stanno offrendo un esempio di collaborazione tra aziende pistoiesi che uniscono le forze per far conoscere i loro prodotti Per questo hanno proposto il progetto “I love PT wine” che ha lo scopo di promuovere i vini pistoiesi legando l’immagine del prodotto a quella del suo territorio. La collaborazione tra Betti e Casalbosco si è concretizzata anche in una spedizione congiunta negli Stati Uniti. Le due fattorie pistoiesi hanno presentato i loro vini a Chicago nell’ambito della Fiera “Bellavita Expo” a Mc Cormick Place, dedicata per tre giorni alle eccellenze italiane e successivamente a New York, dove si sono svolte degustazioni presso la Fiaschetteria di Pistoia di Lele Bugiani in Alphabet Village a Manhattan e a Le Cirque di Mauro Maccioni.
