di Marco Bagnoli
marzo 2016
Quest’oggi la nostra passeggiata per le strade di Montale ci ha condotto a una specie di piccola fattoria, l’abitazione di Giuseppe Vichi, che col “cigno di Busseto” condivide non soltanto il nome…
Sei sempre vissuto qua a Montale? Sei un montalese doc?
Io sono originario di Arezzo, ma dal ’59 mi sono trasferito ad Agliana, dove ho vissuto per venti anni, fino al momento di trasferirmi qui a Montale – e sono ormai trentacinque anni. Nel 1980 ho comprato casa qua, assieme a un po’ di terreno.
Di cosa ti occupavi? Quando è iniziata l’avventura col calesse?
Ho sempre lavorato nell’amministrazione scolastica, fino al momento del pensionamento. A quel punto, e siamo nel 1996, ho iniziato a fare un po’ di matrimoni col calesse che avevo comprato l’anno prima.
Come ti è venuta quest’idea del calesse e dei cavalli?
Non lo so è stato tutto molto spontaneo, forse perché fino a dieci anni ho sempre vissuto in campagna a stretto contatto con gli animali – una cosa che ai giovani d’oggi è praticamente preclusa… È per questo che casa mia è diventata negli anni una specie di fattoria. Infatti ho avuto cavalli, mucche, vitelli, capre; ho allevato gli asini, ho tenuto i pony – oggi mi limito alle galline, ai paperi e alle oche – volpe permettendo – e un paio di cani. Ho un solo cavallo così se ho bisogno di attaccare la pariglia mi appoggio a un maneggio di Iolo.
La tua mise ufficiale prevede una carrozza d’epoca e un vestito in stile della sartoria Monaco di Agliana – senza dimenticare il cappello; quante carrozze possiedi?
Ho sette legni, cioè sette carrozze fatte interamente in legno, quindi d’epoca, perché la produzione attuale prevede sempre una parte in lega metallica leggera; e poi, appunto, due carrozze moderne in lega superleggera.
Qual è stata la tua più grande soddisfazione?
Beh, sicuramente il primo matrimonio al quale sono intervenuto, nel ’96 a Spedalino di Agliana; all’epoca, data ancora la mia poca esperienza, sedeva al mio fianco anche il mio amico Giovanni Fedi, per farmi sentire un po’ più tranquillo. Ma in genere tutti i matrimoni sono una bella occasione, perché alla fine lo faccio per piacere mio personale; mi è capitato di fare anche diverse processioni sacre a Casalguidi, Comeana, Quarrata, Piuvica, così come di fare il Babbo Natale che porta i regali con la ciuchina; non si vive di ricordi, ma i ricordi aiutano a vivere…
A questo punto una domanda si fa d’obbligo: cosa ne pensi di questa rassomiglianza con Giuseppe Verdi? Ti fa piacere?
Certo che si, anche se io la barba l’ho sempre portata, anche prima che fosse bianca; me l’hanno sempre detto che, col cilindro in testa, assomiglio a Giuseppe Verdi, soprattutto poi col vestito d’epoca.