di Giacomo Bini
marzo 2017
Iniziamo in questo numero un viaggio nelle antichità di Montale che ci auguriamo possa essere affascinante per i lettori come lo è stato per noi. Ci farà da guida Bruno Tempestini, l’ispettore onorario della Soprintendenza Archeologica della Toscana, a cui si devono moltissimi ritrovamenti avvenuti nelle zone di Montale, Agliana e Montemurlo.
Il nostro percorso parte da Montale Alto, la collina sovrastante il paese di Montale, dove sono stati rinvenuti resti di un insediamento abitativo etrusco risalente alla fine del VI secolo e all’inizio del V secolo Avanti Cristo. Durante la ristrutturazione di un’abitazione privata tra il 2000 e il 2001, è emerso dal terreno un tratto di muro di origine etrusca, una struttura muraria in bozze e scaglie di pietra sbozzate grossolanamente e connesse a secco. Nello scavo, condotto per la Soprintendenza Archeologica Toscana da Paola Perazzi, Anna Wentrowska e Bruno Tempestini, sono stati rinvenuti anche 23 pezzi di ceramica che appartenevano a ciotole, olle, piatti, bacili, fruttiere nonché ad una fuseruola di impasto. Oggetti della vita quotidiana, che testimoniano con evidenza l’esistenza di un sito abitativo. Le ceramiche presenti a Montale Alto, sono dello stesso tipo di quelle ritrovate abbondantemente nel centro urbano etrusco di Gonfienti, nei pressi di Prato, e derivano da un centro produttivo etrusco che si trovava in località “I Monti” presso San Piero a Sieve.
Il sito etrusco di Montale ha una notevole importanza per gli studiosi in quanto contribuisce a ricostruire una rete di contatti commerciali tra la zona etrusca di Fiesole e Gonfienti, con la cosiddetta Etruria Padana a nord e l’Etruria meridionale. Poiché nei secoli successivi la collina di Montale Alto ospitò un castello fortificato medievale, l’archeologo Giovanni Mellemaci propone la suggestiva ipotesi che l’insediamento di Montale, facesse parte di un sistema di abitati fortificati a protezione del grande centro urbano etrusco di Gonfienti, sviluppatosi all’intersezione tra i fiumi Bisenzio e Marina. La presenza a Montale Alto di una lekythos attica databile tra la fine del VI secolo e il primo quarto del V secolo fa pensare che il sito etrusco montalese si inserisse nelle rete di distribuzione di tali oggetti nel proprio interland, magari con il tramite di Montemurlo dove è documentata la presenza di ceramica attica nella zona della Rocca. Il contesto storico in cui nasce l’insediamento di Montale Alto, è caratterizzato da un incremento demografico notevole che porta alla fondazione di veri e propri centri urbani a Fiesole, a Gonfienti e ad Artimino. Tale crescita demografica ed economica è documentata anche al di là degli Appennini, nell’Etruria Padana con la quale c’erano assi di collegamento dei quali faceva parte anche il nostro insediamento.
I risultati dello scavo di Montale Alto sono pubblicati nella Carta Archeologica della Provincia di Pistoia, edita nel 2010 a cura della Soprintendenza Archeologica della Toscana, dell’Istituto Geografico Militare e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia.