Gli spettri della Smilea

Gli spettri della Smilea

di David Colzi

giugno 2020

Si sa che non può esistere un castello senza fantasma, ma alla Smilea hanno fatto le cose in grande, in quanto si vocifera di due possibili spettri: una strega e un cane indagatore di anime… in più, se non vi basta, sappiate che c’è addirittura un tesoro nascosto!

L’inizio della nostra ricerca è legato al quadro che riportiamo in questo articolo, dipinto da un artista di origine Ceka, Ales Sedlacek. Questi ha abitato in affitto per tanti anni in un locale al primo piano della Smilea, sopra l’ex tinaia, dividendosi fra l’Italia e le Hawai; ma agli inizi del 2000 ricevette lo sfratto, in quanto il corpo più antico della struttura venne acquistato dal Comune. Al momento di lasciare il suo appartamento, l’artista confidò all’amico Bruno Tempestini, “Ispettore Onorario per i Beni Archeologici per i Comuni di Agliana, Montale, Quarrata e Montemurlo”, che di quel posto gli sarebbero mancate anche le “presenze” che di notte venivano a trovarlo per distorglierlo dal sonno e incitarlo a dipingere. A questo punto Tempestini gli suggerì di fare un ritratto al fantasma che “vedeva”, così da averne un ricordo. Detto fatto. Già, ma di chi si tratterebbe?

A fare qualche ricerca in merito ci ha pensato il nostro direttore Giacomo Bini, che in un articolo apparso su La Nazione il 1 ottobre 2008, ipotizza: “…Tra queste leggende spicca quella della bella fanciulla ventenne dei conti Guidi, detta Madonna Vela, che fu destinata in nozze a Fabrizio Colonna, malato e deforme mentre era innamorata del valoroso Arrigo di Fornovo. Siccome lei rifiutò lo sposo, fu segregata alla Smilea nel lontano 1530 e da allora pare che vi sia rimasta. Ma non è l’unico fantasma femminile, essendo la villa abitata, secondo le leggende anche da una tale Aurora, che fu distolta dall’amore di Rinaldo di Challant da una menzogna del padre, il quale le disse che il giovane era suo fratello e dunque non lo poteva sposare. La menzogna le fu svelata in punto di morte e da allora la fanciulla non ebbe più pace per l’eternità”. Tempestini, volando un po’ con la fantasia, afferma che l’acconciatura e i tratti somatici del volto ritratto, non sono dissimili da certi raffigurazioni del cinquecento, in particolare del Pontormo (si pensi ad alcuni volti della “Deposizione”, datata fra il 1526 e il 1528); quindi potrebbe prevalere l’ipotesi che si tratti della Madonna Vela. 

Ad interessarsi agli abitanti ultraterreni della Smilea, ci ha pensato anche Matteo Cosimo Cresti, che nel suo bel libro illustrato, “Draghi, Streghe e Fantasmi della Toscana”, edito per Il pozzo di Micene, ci rivela che nelle notti di plenilunio, nella torre (quale delle due?) si aggira una fattucchiera, dall’aspetto orrendo e capace di potenti incantesimi. La “Vecchia del tesoro”, alla luce sparuta di una candela, attende fino all’alba qualcuno abbastanza coraggioso da sottoporsi alle sue prove e sortilegi; il vincitore riceverà appunto un favoloso tesoro, sepolto nelle fondamenta del castello. E qui troviamo un’altra costante di tanti manieri, cioè la presenza di fantomatiche ricchezze nascoste. D’altronde è anche vero che nei secoli passati non era inusuale che venissero sotterrati o murati i preziosi per non farseli rubare; si pensi ad esempio che in località Stazione, venne rinvenuto nell’immediato dopoguerra, durante il restauro di una casa colonica bombardata, un certo quantitativo di monete d’oro nascoste dentro un muro. Sempre Cresti favoleggia che fra le meraviglie sepolte dentro la Smilea, ci sia la mitica Chioccia d’Oro, la cui leggenda si ritrova in altre parti della Toscana e non solo. Si tratterebbe di una statua in oro massiccio, piena di gemme rare, che raffigura una gallina circondata da una moltitudine di pulcini altrettanto pregiati. Sembra inoltre che questa sia dotata di vita propria e che, nelle notti di luna piena, si animi per andarsene in giro con i suoi piccoli. Leggenda nella leggenda insomma.

Uscendo appena fuori dalla Smilea, potreste fare un ulteriore e inquietante incontro: quello con un cane fantasma che pare gironzoli fra Artimino, Carmignano e Montale, spostandosi nelle zone collinari di Prato e Pistoia. A darcene notizia è sempre Cresti nel suo libro, dove ci informa che la voce popolare lo vorrebbe come un esaminatore d’anime, pronto a tormentare coloro che si sono macchiati di gravi peccati. Si dice che sia di piccola taglia, che abbia gli occhi fluorescenti, che si preannunci con il tintinnio sommesso di un campanello legato al collare e che quando si dissolve, lasci una sensazione di gelo improvviso.

Ora, comunque la pensiate, la prossima volta che deciderete di passare da soli a piedi dalle parti della Smilea, magari al tramonto o di notte, vi conviene fare prima un esame di coscienza, oppure cambiare strada… non si sa mai.

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