Gruppo Alpini Montale

Gruppo Alpini Montale

di Giacomo Bini

novembre 2011

A Montale se gli Alpini non ci fossero bisognerebbe inventarli, perché da anni svolgono un lavoro importantissimo per la comunità, fedeli allo stile che li caratterizza, cioè silenziosamente e facendo parlare i fatti. La loro vocazione principale è la custodia della memoria storica, ma non con discorsi celebrativi, che non sono il loro forte, ma con un’opera appassionata di restauro e manutenzione dei monumenti presenti nel territorio. L’ultima iniziativa, di grande valore simbolico, è stata la collocazione sul Poggio Alto, una montagna che sovrasta Montale, di una croce in ferro alta quattro metri in ricordo di una battaglia combattutasi il 16 settembre del 1944 tra le truppe alleate e quelle tedesche attestate lungo la Linea Gotica.

<<L’abbiamo intitolata ai caduti di tutte le guerre>> dice il presidente del Gruppo Alpini di Montale Antonio Nincheri <<perché sentiamo il dovere di ricordare il sacrificio dei tanti che ci hanno consentito di vivere oggi in pace. Non vogliamo che certe cose si dimentichino e facciamo del nostro meglio perché i segni del passato restino vivi anche oggi. Una comunità non può vivere senza le proprie radici>>. La croce è stata trovata casualmente in una raccolta di ferro vecchio e gli Alpini l’hanno accuratamente ripulita e restaurata. Per trasportarla ai 994 metri del Poggio Alto, hanno usato i muli come si faceva una volta. <<Quando ero militare sono stato “conducente”>> dice Nincheri <<e ricordo bene cosa significava il trasporto del materiale con i muli. Il tragitto con cui siamo arrivati al Poggio Alto, è stato un tuffo nel passato>>. Una volta in cima, gli Alpini hanno realizzato la base in muratura e issato la croce. Ma sono tante le testimonianze storiche che devono molto al lavoro degli Alpini. Sono stati loro a realizzare il monumento delle Cavallaie e quello ai caduti della Stazione, a restaurare la Casa Rossa, sede di una strage nazista, a risistemare il monumento ai caduti nella piazza centrale del paese, a trasferire il vecchio obelisco sulla collina dell’Aringhese, a collocare al Ponte di Rosso, un’antica croce in ferro battuto. Una delle ragioni di questa vasta attività sono le capacità artigianali di molti degli Alpini, bravi a fare svariati lavori, dal muratore al falegname, dal fabbro al carpentiere. Spesso sono chiamati ad intervenire anche in opere promosse da altri enti e associazioni.

<<Se ci chiedono un aiuto non diciamo di no>> dice Nincheri <<nei limiti delle nostre possibilità>>. E’ così che la mano degli Alpini c’è anche nei restauri di alcuni tabernacoli storici come quello del Fangaccio e quello del Gerbi. Ma sugli Alpini si può contare anche nelle occasioni di festa e di aggregazione, quando magari c’è da mettere a tavola parecchia gente e con piatti di prima qualità, in particolare un memorabile ragù, preparato secondo tutti i crismi della cucina toscana. Spesso anche ai fornelli, da campo o meno, contribuiscono alla riuscita di manifestazioni pubbliche organizzate anche da altri enti o associazioni. Ogni anno il Gruppo Alpini rappresenta Montale ai raduni nazionali in diverse città italiane. In ogni momento importante della vita del paese, sia quelli solenni, sia quelli più festosi, le penne nere costituiscono una presenza amichevole e rassicurante. Con la loro discrezione ci ricordano chi siamo e ci rammentano i valori che ci uniscono.

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