di Marco Bagnoli
dicembre 2020
Assecondando una volta di più le nostre abitudini siamo tornati a casa dell’artista per farci raccontare un’altra storia. La casa è quella di Geniale Ruffa, una nostra conoscenza del numero 1 del 2013: Geniale Ruffa nasce a Mileto in provincia di Tropea nel 1949, ma tempo un anno i genitori lo hanno già portato ad Agliana, dove resta un sacco di anni prima di sposarsi con Luciana Tronci e quindi trasferirsi a Montale.
Anche quest’oggi ci racconta una storia che lo riguarda direttamente, ma questa volta coinvolge un numero ben più ampio di persone, e seguiterebbe ancora a raccontare, se la lunghezza dell’articolo non ci avesse dato un taglio. A dirla tutta stavolta il taglio ce l’hanno dato per davvero, ma non è colpa dell’articolo. È accaduto che un bel giorno, nel corso della consueta passeggiata nei dintorni, qualche cosa nel familiare profilo dell’argine di via Papini, a ridosso della Settola, era improvvisamente cambiato, e Geniale, che ha l’occhio allenato dal mestiere di artista – mestiere che adesso porta avanti a tempo pieno in quanto è in pensione – se ne è subito accorto. Avevano tagliato la fila di alberi che correva sull’argine.
E i ceppi freschi di taglio erano lì come sguardi spenti a mostrare il chiarore interno che non potevano più nascondere. Prima ancora di realizzare il cosa e il come è stato l’istinto a guidare prima i passi e successivamente le mani abili di Geniale: è subito corso a casa per tornare in via Papini debitamente munito di tinta e pennello. E mentre una signora si avvicinava per domandare se cercasse funghi, curvo sui monconi ammutoliti, il nostro li ha prontamente provvisti di una faccia che esprimesse qualcosa, perlomeno la tristezza per il singolare avvenimento. Solo uno dei ceppi sfoggia adesso un cuore, come un irrefrenabile accento di felicità – anche se magari è proprio la contentezza del misterioso tagliatore. Giusto, ma chi è stato? È stato il Consorzio del Medio Valdarno. Punto. Anche se, a dirla tutta, una semplice comunicazione al Comune poteva pure darla, e invece pare che hanno semplicemente messo in strada un cartello che avvisava dell’imminente taglio il giorno dopo, e così hanno fatto. Assieme a Geniale abbiamo fatto un paio di considerazioni: si sarebbe capito un intervento d’urgenza su delle piante malate, ma questi dieci tigli erano sani, e il fresco che consentivano dall’alto della loro imponenza era quanto di più salutare si potesse chiedere in un caldo giorno d’estate. Forse erano d’intralcio alla macchina che ripulisce l’argine, e in questo modo si sono risparmiati qualche seccatura di troppo. Il Consorzio ha motivato con decisione il taglio, richiamandosi a ragioni di sicurezza idraulica, per proteggere argine e Settola.
Quindi basta, la storia finisce qui? Eh no, perché come in tutte le più belle vicende c’è addirittura un antefatto; sarebbe bastata un’occhiata al diametro dei tronchi, ma ve lo diciamo noi: quegli alberi hanno almeno cinquantacinque anni, perché li piantarono i bambini delle scuole elementari di Montale – e Geniale ce lo conferma, ricordando di aver piantato il suo, ad Agliana, dove erano i vecchi macelli, prima della Coop. E i semplici disegni fatti da lui con la vernice nera restano adesso per esprimere il rammarico più spontaneo, proprio quello che potrebbe provare un bambino. Domani pianteremo anche noi un alberello, così la prossima volta che incontreremo Geniale, fra sette anni, sarà già cresciuto e sapremo far tesoro della poca ombra che farà.