di Marco Bagnoli
giugno 2022
Abbiamo incontrato Dino Gabbolini, titolare di una fiorente – è proprio il caso di dire – attività. Eppure le cose non sono sempre state rose e fiori. Questa avventura lavorativa quasi ventennale era iniziata da un momento di crisi, di sfiducia, insomma, uno di quei momenti che a chiamarli oggi, rispondono. Dovete infatti sapere che Dino proveniva da più di trent’anni passati nel settore tessile, e lui, impegnato nel ramo della maglieria, aveva raggiunto la vetta delle soddisfazioni professionali. Ma alla svolta del millennio, nel 2004, ecco che di punto in bianco resta senza lavoro. Inutile dire lo sconforto: Dino valuta seriamente di inseguire il lavoro all’estero, in Romania, ma dopo una vita passata a Montale come si fa? E i bambini, Matteo e Mirko andavano ancora a scuola? Meno male che a tirarlo un po’ su c’è sempre la vecchia passione per il giardino, il suo piccolo giardino, dove oggi il ciliegio si alterna alla rosa, e l’olivo alla vite.
È proprio in questo piccolo paradiso in terra che matura l’idea che ci voleva: quella di cercare, per il momento tra mille incognite, di trasformare una semplice passione in un mestiere. E così si reinventa giardiniere. Ma dovete sapere che dire “giardiniere” è un po’ tanto riduttivo: le competenze apprese e messe a frutto nel corso degli anni spaziano dal lavoro di messa in posa del manto erboso, alla semplice potatura, alla cura delle aiuole fiorite, per non parlare dell’allestimento dell’impianto di irrigazione, o della costruzione di casette in legno e pergole. Sono come tanti mestieri in uno – ai quali bisogna aggiungere la progettazione di interi spazi verdi, e la tenuta della contabilità, che è da sempre uno dei compiti storici del nostro amico. Il lavoro da allora va di bene in meglio, pure troppo a dire la verità, al punto che quasi non ce la fa a tenere il passo di tutti gli appuntamenti stagionali che lo attendono tutto l’anno, sia che si tratti di manutenere gli spazi verdi di un condominio, che di un privato, da Pistoia a Prato. Oggi Dino si sente sempre più motivato a mantenere centrale il lavoro nel suo piccolo orticello di Montale, tanto per restarsene il più possibile vicino casa.
Il lavoro di per sé non è poi così faticoso, anche perché lui si è ormai abituato; l’importante è gestire al meglio i diversi compiti. Poi che c’entra, se un giorno c’è da spostare cinquanta quintali di pratino a rotoli, allora si chiede una mano a un paio di aiutanti occasionali. O meglio ancora, c’è sempre un parente che non si tira mai indietro – e questo non è affatto scontato! Dino lo sa bene, ne è orgoglioso, ne fa quasi un vanto: nel momento di più grande difficoltà la famiglia si è stretta come le dita della mano, ha tenuto duro e ha superato gli ostacoli e le sfide della sorte avversa.
Che il vostro giardino sia piccolo o grande non ha importanza; quello che conta è l’impegno e la passione che ci dedicate. E se proprio non avete il pollice verde, allora fate un fischio a Dino. Certo, alla fine di tutta questa storia, il tempo da dedicare al proprio fazzoletto erboso si sta riducendo per lui e per sua moglie Maria Angela. Beh, meglio così, diciamo noi, vuol dire che in giro lo apprezzano davvero. Ma la voglia di stare intorno casa no, quella non sfiorisce mai.