di Giacomo Bini
giugno 2020
Ci sono tanti modi di raccontare Montale ai tempi del coronavirus. Si possono ricordare i dati sul contagio in paese: una dozzina di positivi ricoverati, il primo l’8 marzo, un uomo di 64 anni, una trentina circa in quarantena a casa, una persona purtroppo deceduta, un uomo di 88 anni.
Si potrebbero utilizzare le tante immagini di una paese come non si era mai visto prima: la piazza e via Martiri deserte e rese ancor più desolate dai cantieri fermi, le code, lunghissime e composte, ai supermercati, ai negozi di alimentari e alle farmacie e alle Poste, le Sante Messe in Streaming, il mercato settimanale ridotto a pochi banchi e privato del suo spirito essenziale, quello di ritrovarsi e scambiare due chiacchiere, l’edicola Torracchi che diventa un punto di riferimento, anche per trovare aiuto nella compilazione di qualche modulo, i canti quotidiani del tenore Stefano Arnetoli dal terrazzo, la Banda di Fognano che suona su Skype, le saracinesche abbassate a ricordarci la sofferenza di tanti commercianti e imprese, il divieto a superare il ponte all’Agna, diventato invalicabile più di un confine di stato, pena multe salate per chi si avventurava dall’altra parte, le dirette Facebook quotidiane del sindaco Ferdinando Betti, l’impegno bipartisan dei consiglieri comunali, di maggioranza e di opposizione, nella distribuzione delle mascherine porta a porta, lo strano 25 Aprile senza corteo e con mascherine e l’annuncio del Comitato che quest’anno non si farà la festa del paese. Si potrebbe proseguire a lungo con le istantanee di un periodo di costrizione e di apprensione per tutti.
Ma vorremmo concentrare la nostra attenzione su un’altra immagine, quella di un carrello posto all’ingresso del supermercato che sembra che non sia di nessuno e invece è di tutti, che ogni giorno si riempie, anche più di una volta al giorno, con i prodotti destinati alle famiglie in difficoltà. Eppure, mentre si aspetta in fila il proprio turno, non si sente parlare che di problemi economici: chi ha perso il lavoro, chi ha sospeso l’attività dell’impresa, chi fa notare come le bollette continuino ad arrivare anche se non arriva lo stipendio. Nella disciplina perfetta della coda, con toni civili, si esprime una preoccupazione per la riduzione delle risorse della propria famiglia. Eppure, quegli stessi che si lamentavano prima di entrare nel negozio, all’uscita lasciano qualcosa nel carrello.
Il tempo del coronavirus a Montale è stato caratterizzato da un’ondata impressionante di solidarietà. Associazioni, aziende, privati cittadini hanno effettuato donazioni di ogni tipo, beni alimentari, mascherine, soldi in favore delle associazioni di volontariato, della Protezione Civile, della Caritas e della San Vincenzo de’Paoli e delle strutture ospedaliere.
Di queste iniziative di solidarietà vorremmo ricordarne alcune, chiedendo scusa in anticipo a quelle che non siamo riusciti a citare perché non ne siamo venuti a conoscenza o perché magari ci sono sfuggite. Intanto la San Vincenzo de’ Paoli e la Caritas hanno visto aumentare molto il numero delle famiglie assistite e hanno potuto avere la collaborazione di supermercati (Votino, Colzi e Penny) e negozi (Chicco di Grano e Sabrina e Enzo) per la raccolta di beni di prima necessità. Raccolte alimentari sono arrivate alla Protezione Civile da Tobbiana (Fratellanza lavoratori tobbianesi, Pro-Loco di Tobbiana e Comitato del Biliardo), da Fognano (Pro-Loco di Fognano e Misericordia di Fognano), dal Comitato Festeggiamenti, dal Centro Arti Marziali e dalla Croce Rossa. Il circolo Arci ha allestito un centro di raccolta per la Caritas. Donazione in denaro sono venute dagli Alpini e dal distributore Aquila Energie. Le Ricerche Sperimentali Montale hanno fornito liquido sanitizzante al Comune Alcune donazioni sono andate all’ospedale e alla centrale del 118:, la Magigas ha donato un ecografo, il Comitato Festeggiamenti dei saturimetri, il rione Ugna dei pressossimetri.
Un capitolo a parte riguarda le tante donazioni di mascherine al Comune, per esempio da parte delle ditte Maison Banchi insieme alla Comunità Cinese di Prato, Manifattura The Best Sas, Aritscatola, entrambe di Montale. La farmacia Betti ha distribuito mascherine reperite con proprie risorse. La Fattoria Casalbosco ha destinato due euro per ogni bottiglia venduta per una donazione all’ospedale San Jacopo, integrata dalla famiglia Becagli e all’associazione Croce d’Oro. Consiag ha messo a disposizione 18mila euro per il Comune, che sono stati usati per aiuti per gli affitti. Il Comune, con i fondi statali (63mila euro), più 8mila euro della società della salute e le molte donazioni private ha fornito buoni spesa e pacchi alimentari per 229 famiglie.
La comunità di Montale ha risposto presente!