Foto: Gabriele Bellini
giugno 2024
Laura Santanni, docente di lettere alla scuola media di Montale è da anni una studiosa dell’opera e della personalità di Gherardo Nerucci. I suoi studi sono iniziati con la tesi di laurea discussa nel 1987 avendo come relatore Lanfranco Caretti e da allora Laura Santanni ha continuato a dedicarsi all’autore delle Sessanta Novelle Popolari Montalesi promuovendo convegni, pubblicazioni, occasioni di divulgazione e di studio su una figura di intellettuale che occupa un posto di rilievo nella cultura italiana dell’Ottocento. Se il mondo degli studi dev’essere grato a Laura Santanni per il suo lavoro, a maggior ragione dev’esserlo la comunità montalese, che grazie a lei ha potuto conoscere Nerucci e le sue novelle.
Prima che Laura iniziasse i suoi studi in pochi sapevano (e forse nessuno in paese) che la villa di Malcalo, vicino alla piazza centrale, avesse a lungo ospitato un letterato di grande importanza a cui si deve se il nome di Montale è entrato a pieno titolo nella geografia della letteratura italiana.
Ascoltando Laura Santanni mentre parla di Nerucci si comprende che lo ha studiato non solo con rigore scientifico e competenza, ma anche con passione. Dalle sue parole emerge chiaramente una empatia verso l’autore delle Novelle Montalesi di cui tratteggia non solo le sue scelte letterarie ma anche gli ideali, le passioni, le aspirazioni e le delusioni provate nel corso della vita. Impossibile in queste poche righe riassumere quel vivo ritratto che Santanni descrive del letterato montalese, ma un concetto emerge sopra gli altri, cioè che Nerucci «E’ un intellettuale di grande spessore, vissuto in provincia ma niente affatto provinciale». «L’ho capito subito» racconta la studiosa «quando l’argomento della tesi mi fu assegnato dal professor Lanfranco Caretti all’Università di Firenze e quando in seguito fui seguita nel mio lavoro da Roberto Fedi, che nel 1977 aveva curato l’edizione delle Novelle per Rizzoli. Andai alla biblioteca nazionale e trovai un archivio vastissimo di carte di Nerucci raccolte in oltre cinquanta filze poi nella biblioteca della facoltà di lettere ho trovato le lettere dello scambio epistolare di Nerucci con il grande filologo Domenico Comparetti».
Laura Santanni racconta la vita e l’opera di un Nerucci che fin da giovane ha avuto relazioni con i settori più avanzati della cultura italiana dell’epoca, dagli studi col Tigri a Pistoia alla formazione giuridica a Pisa, dall’impegno politico risorgimentale nel “Battaglione Universitario toscano” nel 1848 al vivace e stimolante soggiorno fiorentino fino alla scelta obbligata di vivere a Montale dopo aver avuto una cattedra al Forteguerri di Pistoia. «A Montale Nerucci fece di necessità virtù» prosegue Santanni «fu imprenditore, producendo vino nei suoi terreni, fondò una scuola serale popolare gratuita, si dedicò agli studi folklorici e alla raccolta delle novelle popolari, mantenne rapporti con Comparetti, Imbriani e D’Ancona».
Grazie all’impegno della studiosa nel far conoscere Nerucci anche a Montale l’amministrazione comunale prese l’iniziativa di ristampare le Novelle nel 1998 con una nuova e importante introduzione di Roberto Fedi e nel 2006, in occasione del centenario della morte dello scrittore, si tenne a Montale un convegno di studi e fu pubblicato lo studio della stessa Santanni insieme ad altre opere di Nerucci. Sempre lei ha contribuito recentemente ad organizzare la manifestazione “Montale paese della fiaba” giunta alla sua terza edizione. «Vorrei che l’opera di Nerucci» conclude Santanni «fosse sempre più studiata e valorizzata dal punto di vista scientifico».