di David Colzi
dicembre 2021
Sabato 4 settembre il “Gruppo podismo, trekking e cammino Croce D’Oro Montale”, ha organizzato la passeggiata: “Alla scoperta delle Serre dell’Agna”, in collaborazione con Auser Montale, Pro Loco Fognano e Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Un evento che ha coinvolto molti montalesi curiosi di scoprire il territorio collinare del nostro Comune. Questa esperienza ha fatto seguito ad una simile realizzata qualche anno fa. Noi, incuriositi dall’argomento “Serre”, abbiamo chiesto spiegazioni ad Andrea Bolognesi, studioso montalese estremamente competente in storia locale, che durante queste passeggiate ha fatto da Cicerone.
Le Serre, come si vede dalle foto scattate da Andrea, altro non sono che delle cascate artificiali, il cui compito è di interrompere il flusso del fiume, per rallentarne la forza e trattenerne i detriti. Per capire meglio il perché della loro costruzione, dobbiamo farci guidare da Bolognesi nei rivoli della storia, bagnandoci un po’ i piedi, nel tentativo di seguire il corso dell’Agna nel tempo.
Diciamo subito che questo torrente, oggi del tutto innocuo e addirittura in alcuni periodi dell’anno privo di acqua (anche perché questa viene prelevata per alimentare l’acquedotto comunale), in passato ha dato non poche grane ai montalesi e agli aglianesi, in quanto aveva un moto impetuoso ed era soggetto a continue esondazioni. Così fra il XII ed il XIII secolo venne incluso fra i corsi d’acqua interessati da quell’imponente opera di messa in sicurezza idraulica promossa da Pistoia, che si proponeva di deviare il corso di alcuni torrenti e di costruirne nuovi di contenimento (si pensi al Calice), nel tentativo di bonificare il territorio e preservarlo dall’invasione delle acque. Parlando solo di un tratto del fiume Agna, provate a immaginare quanta fatica e quante braccia, devono essere servite per creare “semplicemente” quell’enorme curva che il fiume fa all’altezza dell’inceneritore, per deviarne il corso verso Prato ed impedirgli di continuare a scorrere verso Ferruccia, passando attraverso l’attuale stazione. Ma nonostante gli enormi sforzi profusi, le canalizzazioni e i nuovi torrenti non bastarono a risolvere il problema.
Il passaggio successivo fu quello di alzare gli argini per evitare lo strabordamento durante i periodi di piena; ancora una volta pensiamo solo all’Agna nella zona di via Tobagi e rendiamoci conto di quanto è imponente quel muro che costeggia la strada. Eppure nemmeno con questa nuova impresa, l’Agna, come altri torrenti della Piana, venne messo in sicurezza, perché un grosso problema continuavano ad essere i detriti trasportati dalla collina durante le piene che, depositandosi sul fondo, facevano alzare il livello dell’acqua. E a poco valevano i tentativi di ripulire il letto del fiume durante i periodi estivi. Passarono ancora secoli di piene ed esondazioni ma alla fine si capì che bisognava adoperare modifiche a monte. Così nei primi anni del 1800, su impulso di relazioni fatte da esperti, si iniziarono a costruire in tutto il territorio pistoiese le Serre, per fermare, o quantomeno rallentare, l’avanzata dei detriti e la forza delle acque. Da noi, la costruzione terminò intorno al 1820. Finalmente la soluzione definitiva fu trovata e, dati alla mano, le inondazioni rallentarono in maniera significativa. Grazie alle Serre, si alimentarono poi le gore per portare l’acqua ai mulini di Montale.
Queste sono tutt’oggi attive e dislocate in più punti del territorio perché, ci ricorda Bolognesi, non si deve parlare di un fiume solo, ma di tre “Agne”, dato che il torrente, nella parte più a monte, si divide in: Agna delle Conche, Agna degli Acquiputoli e Agna delle Banditelle. I tronchi a loro volta si ramificano seguendo il territorio e ciascuno ha le sue Serre, magari piccole, segno che il pericolo delle alluvioni era tenuto molto in considerazione. Attualmente non è stato fatto un censimento completo, ma è facile intuire che siamo oltre un centinaio. Le più conosciute e suggestive, sono: la Serra dei Pieratti, la Serra Fratta, le due Serre delle Mulinaccia, la Serra di Scali e le due passato il Ponte di Luciaccio. Noi, guardandole, siamo sorpresi dalla loro bellezza, stupiti dall’ancestrale forza dell’acqua che cade da decine di metri d’altezza. Lo stesso Emanuele Repetti ne rimase affascinato e annotò nel suo “Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana” del 1839, che sull’Agna erano state costruite Serre di “grande stabilità e magnificenza”.
Voi, cari lettori, non avventuratevi in solitaria alla loro scoperta, perché potrebbe essere pericoloso; andate sempre in compagnia, magari insieme agli amici del Gruppo podistico della Croce D’oro.
In conclusione, se siamo riusciti a scrivere il nostro articolo, è grazie agli appunti di Andrea Bolognesi, i quali serviranno a creare un libro sull’intera storia del torrente Agna, che verrà pubblicato a breve. Questo si realizzerà tramite il supporto del gruppo Auser Montale e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Come ci ha anticipato Bolognesi, non sarà una pubblicazione definitiva, ma servirà solo a incuriosire e magari a dare il via a nuovi studi sul nostro territorio; perciò buona lettura e buone passeggiate a tutti.