di Giacomo Bini
dicembre 2017
Loriana Vannucci, 83 anni di Tobbiana ha ricevuto la Medaglia Europea da parte della Federazione Italiana dei Combattenti Alleati per aver fatto la staffetta partigiana quando era una bambina di dieci anni. Il riconoscimento è rivolto a tutta la famiglia di Loriana, che nel podere di San Poteto ha aiutato i partigiani della Brigata Bozzi rischiando la vita nel momento in cui i rastrellamenti delle forze di occupazione tedesche volevano estirpare ogni presenza resistenziale per poter insediare la Linea Gotica. Ai partigiani che avevano la loro base sul Monte Perli i Vannucci, che erano mezzadri a San Poteto, fornivano cibo e informazioni sui movimenti delle truppe tedesche.
Il 3 Aprile del 1944 una colonna di nazi-fascisti attaccò il Monte Perli e arrestò il fratello maggiore di Loriana, Giovanni, e la madre Luisa Nesi accusandoli di collaborare col nemico. Il podere fu saccheggiato. Nel conflitto a fuoco Loriana rischiò di essere colpita e fu messa in salvo da un soldato tedesco. La madre e il fratello trascorsero vari giorni di detenzione in carcere a Pistoia dopodiché vennero rimessi in libertà senza ulteriori conseguenze perché nel gruppo di prigionieri c’era il figlio del direttore di un’importante impresa pratese che ottenne la liberazione per l’intercessione di Licio Gelli.
La storia di Loriana e della sua famiglia è stata ricostruita dallo storico Daniele Amicarella grazie alla raccolta di una intervista alla ex staffetta partigiana di Gianni Galbesi. La consegna della medaglia è avvenuta a Fognano nell’ambito di una manifestazione organizzata dalla Pro-Loco locale finalizzata a rievocare la liberazione del paese e la battaglia di Poggio Alto sulla Linea Gotica. Alla manifestazione hanno collaborato le associazioni di ricerca sulla Linea Gotica di Pistoia e di Montemurlo. Accanto a Loriana era presente il fratello Rodolfo. E’ stato il sindaco Ferdinando Betti a consegnare la medaglia dopo l’introduzione storica di Amicarella. «Tante volte mi hanno messa al muro per fucilarmi» racconta Loriana Vannucci «i tedeschi facevano il giro della casa, non trovavano nulla e ci lasciavano andare. Mia madre ha patito tanto. Il mio babbo Giuseppe era sempre nascosto nei boschi perché doveva salvare le bestie. Veniva a casa la notte, quando la mamma metteva un asciugamano bianco alla finestra come segnale. La mamma mi raccontò di quando fu arrestata con mio fratello. Quando erano in galera gli dissero che l’indomani sarebbero stati fucilati. Passò un frate per le confessioni ma la mamma disse: “se Dio perdona a loro, ai tedeschi, quello che fanno, allora non mi confesso”. Dopo essere tornata dalla galera la mamma stette male tanti giorni. Un tedesco la chiamò perché voleva darci qualcosa, ma la mamma rispose che noi si ringraziava ma non si voleva niente».