di Giacomo Bini
giugno 2022
Non c’è nulla che rappresenti meglio l’identità di un paese del campanile della sua chiesa. Per questo la comunità di Tobbiana ha accolto con grande soddisfazione il restauro del campanile della chiesa di San Michele Arcangelo. «E’ il mio campanile», ha postato un residente del paese su facebook e il parroco Don Cristoforo Dabrowski ha citato questa frase, nella cerimonia di inaugurazione delle opere di restauro, facendo presente come la parola «campanilismo», spesso associata ad un significato negativo, abbia in sé anche qualcosa di positivo come il senso di appartenenza, quell’affetto verso le proprie radici che è essenziale alla vita di una collettività.
E’ stato un restauro conservativo, che ha innanzitutto garantito la sicurezza e la stabilità strutturale di un manufatto molto deteriorato, ma è stata anche un’opera di riscoperta di tanti dettagli architettonici e decorativi che la patina del tempo aveva nascosto e che ora sono restituiti alla loro originaria bellezza. L’opera è stata possibile grazie al contributo essenziale della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e ai fondi messi a disposizione dalla Cei (tramite lo strumento dell’otto per mille) oltre alle risorse derivanti dalla quota degli oneri di urbanizzazione del Comune di Montale spettanti ai luoghi di culto. Ma è stato fondamentale anche il contributo dei parrocchiani.
L’intervento, diretto dall’architetto Gianluca Giovannelli, ha visto la partecipazione di molte figure professionali e ditte specializzate. L’ingegnere Simone Guidoni ha partecipato con l’architetto Giovannelli alla progettazione. I lavori sono stati eseguiti dall’impresa Aldo Rabuzzi di Pistoia con la collaborazione, per il restauro lapideo, della ditta Lidia Gallucci di Pistoia. L’impianto campanario è stato messo a posto da Alberto Toninelli mentre gli impianti elettici sono a cura della ditta Chiti di Prato. Il restauro ha ricevuto l’approvazione della Soprintendenza nella persona dell’architetta Eugenia Valacchi. E’ stato messo in sicurezza il paramento lapideo e in particolare cornicioni, parapetti e bozze nella parte alta del campanile. Sono stati fissati gli elementi che rischiavano di distaccarsi ed è stata effettuata un’accurata pulitura e un idoneo trattamento di tutte le superfici. E’ stata inoltre restaurata la copertura in legno del campanile e, su indicazione della Soprintendenza, è stato posato un rivestimento in coppi e tegoli più fedele alla storia della torre rispetto alle marsigliesi. L’intervento ha interessato anche la croce sulla sommità del campanile che era molto corrosa ed è stata sostituita. Per consentire un migliore accesso alla cella campanaria è stata collocata una nuova scala.
Sono stati inoltre risistemati gli impianti elettrici, l’illuminazione ed è stato revisionato anche l’impianto delle campane. «Si è preferito limitare il più possibile gli interventi di reintegrazione delle parti mancanti» spiega l’architetto Giovannelli «per non compiere interventi troppo invasivi e rispettare la storicità del manufatto. Si è data priorità al consolidamento e alla protezione delle singole parti». Il dettaglio e la complessità dell’intervento è stata documentata fotograficamente e con un suggestivo video da Daniele Piazzini.
All’inaugurazione sono intervenuti, oltre a tutti gli artefici del restauro, Telesforo Bernardi in rappresentanza della Fondazione Caript e Lucia Cecchi per la Diocesi di Pistoia.