di Giacomo Bini. Foto: bellinigabriele.it
febbraio 2012
Parli con Sergio Brio e capisci subito che lo “Stile Juve” non è solo forma, ma un abito di vita, che una volta indossato non si lascia più. La Juventus per Brio più che una maglia, è <<un posto dove ti insegnano a stare al mondo, ti fanno capire che proprio perché sei famoso e ricco, hai il dovere di avere rispetto verso gli altri>>. Anche per questo, oltre che per i tanti trofei conquistati, lo stopper titolare bianconero degli anni settanta e ottanta è stato inserito tra le “50 Stelle di tutti i tempi” nella cerimonia d’inaugurazione del nuovo stadio della Juve a Torino. <<Con me c’era tutta la squadra degli anni ottanta>> spiega Sergio <<non solo perché quella formazione ha vinto tutto, ma soprattutto perché era fatta di grandi uomini oltre che di grandi calciatori, persone serie, che hanno lasciato il segno nella memoria di tutti. Quando andiamo allo stadio anche oggi ci fermano sempre, perché la gente sa che giocavamo per un ideale, per una passione e non, come accade spesso oggi, solo per soldi. Quando Trapattoni era allenatore dell’Inter, mi voleva in nerazzurro ma rifiutai, perché non avevo dimenticato che Boniperti, anni prima, mi aveva rinnovato il contratto alla Juve quando ero infortunato>>. Più che i trofei, sono questi i valori che saldano per sempre rapporti di stima e amicizia. <<Ogni settimana mi sento per telefono con Boniperti>> rivela Sergio <<e anche con Cabrini, Bonini, Causio. Sono persone con cui ho vissuto insieme ogni giorno per sedici anni. L’unico rammarico è la mancanza di Gaetano Scirea, un amico straordinario con cui sono stato fianco a fianco per tantissimi anni e il cui ricordo non mi abbandona mai>>.
La Juve per Brio è come una seconda famiglia dopo quella che ha formato a Montale sposando Elisabetta Bertini che ha conosciuto quando giocava nella Pistoiese. Ora Brio vive tra Pistoia, dove gestisce delle agenzie immobiliari, e Roma, dove lavora nel campo della comunicazione come opinionista a T9 e nella rete GBR in un programma il cui titolo potrebbe essere l’insegna della sua vita: <<La Juve è sempre la Juve>>.
La sua carriera di calciatore è così ricca di successi da fare impressione: quattro scudetti, una coppa dei Campioni, una coppa intercontinentale, altre tre coppe europee, tre coppe Italia e, nel 1977, un campionato di Serie C vinto con la Pistoiese. Di alto livello anche le esperienze in panchina, come vice-allenatore di Trapattoni alla Juve e al Cagliari e come tecnico al Mons in Belgio. Eppure come opinionista Sergio Brio non ama salire in cattedra e trinciare giudizi sommari. <<Cerco sempre di mettermi dalla parte dei giocatori>> dice <<perché so quali sono le difficoltà in campo e nello spogliatoio. Come commentatore ho seguito i travagli della Juve negli ultimi anni, ma sempre senza infierire, con affetto. Ora le cose vanno bene, sono certo che la Juve lotterà fino in fondo quest’anno e mi auguro che vinca>>. E’ tornato lo spirito dei tempi d’oro? <<Antonio Conte l’ho fatto prendere io a Boniperti nel 1991, è un uomo che viene da quella scuola>>.