Toscana Spazzole Industriali – azienda leader

Toscana Spazzole Industriali – azienda leader

di Giacomo Bini. Foto: Gabriele Bellini.

dicembre 2019

Vedere Renzo Biagini muoversi nella sua azienda, cogliere la luce nei suoi occhi quando illustra un macchinario o una soluzione nuova, avvertire l’amore e la passione, la leggerezza e l’umiltà con cui mostra il suo gioiello imprenditoriale, la “Toscana Spazzole” di via Topazzi a Montale fa venire in mente il meglio dello spirito del capitalismo, quello descritto dallo storico David Landes nel suo “Prometeo Liberato”, un misto di intraprendenza e creatività, di voglia di rischiare e di innovare in cui il profitto è la conseguenza e non l’unica motivazione. «Pensa a fare le cose bene» riassume in poche parole Biagini «e verrà anche il guadagno». Le spazzole industriali sono da 38 anni il mondo di Renzo Biagini, un settore produttivo in cui la Toscana Spazzole occupa una posizione di leadership a livello nazionale, con un ufficio a Shanghai e clienti in tutto il mondo.

Renzo Biagini, 71 anni, montalese, 11 anni da tornitore prima di prendere il timone della sua impresa, è il protagonista di una avventura imprenditoriale molto italiana, fatta di intuizione e anche di una forte componente affettiva e familiare. Intorno a Renzo ci sono infatti, in posizione chiave, i suoi figli: Silvia, che si occupa degli acquisti e delle offerte, Francesca in amministrazione, Lorenzo che cura i rapporti con l’estero e il genero Francesco che affianca il titolare nel reparto produzione e nei rapporti coi clienti. Le spazzole industriali sono un universo tecnologico complesso e variegato e si usano in macchinari operanti in vari settori, dal tessile alle cartiere, dal trattamento delle pelli alla depurazione delle acque. «Siamo come i pizzaioli» ama ripetere Renzo Biagini «che fanno la pizza a seconda dei gusti dei clienti. Chi viene qui da noi con un’esigenza particolare non esce mai senza la spazzola che fa al caso suo».

La Toscana Spazzole ha rapporti continui con il mondo della ricerca, in particolare con la facoltà di ingegneria meccanica dell’Università di Pisa e con il prof. Gualtiero Fantoni. I macchinari utilizzati nella ditta montalese sono tutti frutto delle idee di Renzo Biagini che poi hanno preso la forma di progetti e macchine grazie all’ingegnere Alvaro Ariani. L’ultima macchina attualmente in fase progettuale ce la mostra in anteprima Biagini nella forma di un modellino in scala realizzato in legno compensato da Ariani prima di passare alla costruzione in officina. Il piano alto dell’edificio di via Topazzi, è quello top secret dedicato alle innovazioni, dove si dà forma alle idee nuove.

Ma più che alle macchine Renzo tiene agli uomini e alle donne che lavorano con lui, 30 addetti in tutto. Li chiama «i miei ragazzi» e vorrebbe menzionarli uno per uno ed è solo per rispettare le nostre ferree esigenze di spazio che si limita a citarne alcuni: i due ingegneri Dario Tamberlini e Eugenio Franchi, entrambi usciti dall’Università di Pisa, il nucleo portante dello staff produttivo Giancarlo Bracciali, Massimo Pantaleone, Luigi Gervasio e Daniele Galistu e l’impiegata storica Paola Ferraboschi. Renzo è orgoglioso della sua squadra e dà l’impressione che per lui il lavoro sia un piacere e la ditta la sua vera casa.

Della Toscana Spazzole è degna di nota anche la nuova sede di via Topazzi a Montale, dove l’azienda si è trasferita dalla precedente sede di Montemurlo, all’inizio del 2019. L’edificio è stato progettato e realizzato dall’architetto Michele Fiesoli, che ne ha curato gli aspetti architettonici e dall’ingegnere Umberto Mannelli, che si è occupato delle soluzioni tecniche e costruttive davvero molto all’avanguardia. Basti pensare che l’edificio non ha impianto di riscaldamento, perché è costruito con criteri di isolamento termico tali da non aver bisogno di collegarsi alla rete del metano.  Le pareti contengono materiale isolante e le ampie vetrature sono spesse abbastanza per trattenere il calore. E’ un immobile autosufficiente sul piano energetico, perché utilizza i pannelli fotovoltaici presenti su tutta la copertura che garantisce una assoluta tenuta antisismica, grazie al materiale con il quale è stato realizzato il tetto e la struttura. «Vorrei che in caso di sisma» aveva detto Renzo Biagini ai tecnici «i miei addetti possano ripararsi dentro l’edificio anziché fuggire fuori». E l’indicazione è stata messa in atto dall’ingegner Mannelli, che peraltro è amico del titolare dai banchi della scuola e quindi ha lavorato in intesa perfetta con lui.  La distribuzione su più piani dei vari reparti, nel rispetto delle normative urbanistiche della zona, è stata consentita da un elevatore interno capiente ed efficiente. In più l’edificio è anche gradevole a vedersi, il che non guasta visto che i clienti stranieri si aspettano da una ditta italiana anche un certo gusto estetico.

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