di Giacomo Bini. Foto: Gabriele Bellini
giugno 2024
Le elezioni comunali dell’8 e 9 giugno scorso hanno decretato la vittoria di Ferdinando Betti, che diventa sindaco per il suo terzo mandato alla testa di una lista di centrosinistra denominata “Montale concreta” e appoggiata da Partito Democratico, Partito Socialista, Italia Viva e la lista civica “Vivere Montale”. Betti ha ottenuto 2.141 voti pari al 39,01 superando i due candidati concorrenti Lorenzo Bandinelli, alla guida di una lista civica di centrodestra, che ha avuto 1.785 voti pari al 32,52 per cento e Sandro Nincheri, candidato della lista civica Montale Rinasce, che ha avuto 1.563 voti pari al 28,47 per cento. Il centrosinistra ha la maggioranza in consiglio comunale con dodici consiglieri, il centrodestra ha tre consiglieri e la lista civica due consiglieri. Ormai la competizione elettorale è alle nostre spalle e tutti gli eletti, il sindaco e la maggioranza che lo sostiene, ma anche, per la sua parte, la minoranza dovranno ora impegnarsi per il bene della comunità. In questo breve spazio ci permettiamo di indicare tre temi amministrativi che dovranno, a nostro parere, essere affrontati fin dai primi giorni della legislatura per dare risposte alla comunità. Naturalmente quelli da noi individuati sono solo alcuni dei tantissimi problemi che l’amministrazione deve affrontare. E ci scuseranno anche i nostri lettori se ci siamo soffermati solo su questi tre argomenti. Ma da qualche parte bisogna cominciare.
Le conseguenze dell’alluvione e la sicurezza idrogeologica
Ci sono ancora effetti delle alluvioni del 2 e 4 novembre 2023 come i rifiuti nei terreni delle zone colpite della Stazione e i danni gravissimi subiti dalle aziende della zona industriale. Alcune famiglie non sono ancora potute tornare nelle loro case e i residenti delle strade investite dall’alluvione devono ancora affrontare molte spese per i lavori da fare in casa. I risarcimenti completi dei danni sulla base delle richieste presentate non si sono ancora visti. I contributi della regione alle famiglie, che dovevano essere solo un primo acconto fino a 3mila euro, sono stati erogati con estrema lentezza. Le aziende hanno speso moltissimo per riprendere l’attività. Una delle cose che potrebbe fare l’Amministrazione Comunale sarebbe verificare la possibilità di far diventare comunali le strade della zona industriale che ora sono di proprietà condominiale del gruppo di aziende del comparto. Facendole diventare comunali potrebbe essere l’amministrazione ad accollarsi le spese per la sistemazione e la manutenzione di quelle strade, le traverse di via Guido Rossa, che per la verità sono ormai di fatto da tempo percorse dalla viabilità generale senza che nessuno si sia mai reso conto che fossero invece di proprietà privata. C’è poi da affrontare il tema della messa in sicurezza dell’argine dell’Agna, la cui rottura ha provocato i drammatici allagamenti del 2 e del 4 novembre. E’ un’opera di grande rilevanza che certamente non spetta al Comune ma al Genio Civile della Regione. Il Comune può e deve fare pressione sul governo regionale affinché questo intervento sia messo, come aveva assicurato il presidente della regione Eugenio Giani, tra le priorità tra tutte le opere da compiere nella fase della ricostruzione post-alluvione. Dalla sicurezza dell’argine dipende la capacità di investire delle imprese e la serenità delle famiglie delle zone colpite che ancora vivono nella paura non appena si verifica una precipitazione piovosa più intensa. L’istanza di tutti, imprese e residenti, è fare in modo che non ricapiti quello che è avvenuto nel novembre scorso.
L’inceneritore
Il sindaco Betti, che ha vinto le elezioni, ha deciso, insieme ai sindaci di Quarrata e di Agliana, la proroga della vita dell’impianto per altri tre anni estendibile a quattro. Tale decisione è stata contestuale alla riapertura della manifestazione di interesse per nuove proposte di riconversione dell’impianto (le tre precedenti proposte erano tutte basate sulla combustione dei rifiuti) e all’avvio di un processo partecipativo. Il tema dell’inceneritore ha infiammato la campagna elettorale. Le altre due liste concorrenti, Montale Rinasce e Noi per Montale di Nincheri e Bandinelli si sono espresse entrambe per la chiusura dell’impianto e non è trascurabile il fatto che insieme abbiano preso oltre il 60 per cento dei voti. La maggioranza di centrosinistra dovrà tener conto di questo dato e anche della posizione del Pd di Agliana e di quello di Montemurlo, entrambi favorevoli alla chiusura. Il sindaco Betti ha annunciato che incontrerà il direttore del Centro di Ricerca Rifiuti Zero per ascoltare le sue proposte. Certamente nel corso di questa legislatura, anzi fin dai primi passi di questo lustro elettorale, dovrà essere presa una strada precisa, con chiarezza e con un confronto con la cittadinanza. E anche la Regione dovrà pronunciarsi sull’impianto di Montale assumendosi le proprie responsabilità.
Un parco nel centro del paese
E’ un’esigenza che anche la nostra rivista da tempo ha sempre presentato come essenziale per la comunità montalese. L’area è quella tra la sede della Misericordia e il campo parrocchiale. Gli strumenti urbanistici finora utilizzati non hanno portato al risultato sperato. Ora è il momento di individuare la strada giusta per raggiungere uno scopo che aumenterebbe la qualità della vita nel paese. Ultimamente in molti montalesi si avverte una non troppo malcelata invidia per il parco-piazza che è stato realizzato nel centro di Montemurlo. Si sente persino dire che gruppi di ragazzi e di giovani da Montale se ne vanno a Montemurlo a trascorrere qualche ora di svago. Anche Montale ha la necessità del suo parco nel centro del paese.