di Giacomo Bini
dicembre 2019
E’ stato da poco presentato pubblicamente il libro di Daniela Faralli “Un affare di paese. La casa del popolo di Tobbiana fra storia e memoria” edito dall’Istituto Storico della resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia. Un volume prezioso per chi voglia conoscere la storia recente della comunità di Tobbiana ma anche per chi abbia interesse per come le dinamiche sociali e politiche dell’immediato dopoguerra si siano sviluppate in un piccolo paese di collina riflettendo le spinte alla modernizzazione e contrapposizioni ideologiche da guerra fredda proprie di quell’epoca. L’autrice ha compiuto un lavoro di studio sui documenti ma ha lavorato anche moltissimo con le testimonianze raccolte dalla gente del paese e proprio i racconti dei protagonisti danno al volume una particolare vivezza, svelando dettagli di vita quotidiana che sarebbero forse sfuggiti ad una ricerca solo di archivio.
Nella prima parte del volume, Daniela inserisce la storia della casa del popolo di Tobbiana nel contesto del fenomeno dell’associazionismo popolare a livello nazionale e regionale. La seconda parte del libro è invece tutta dedicata alla storia del paese con le contrapposizioni che ricordano quelle fra Peppone e don Camillo nella Brescello di Guareschi. Anche a Tobbiana il circolo cattolico e quello comunista rappresentavano due mondi separati, anzi opposti, anche se si trovavano a poche decine di metri di distanza. L’autrice si sofferma però su alcune interessanti sovrapposizioni tra i due universi ideologici e politici che si fronteggiavano. Per esempio è di grande interesse il rapporto dei comunisti con la religione cattolica. I seguaci dell’ideologia marxista e del modello sovietico, battezzavano immancabilmente i figli e le loro mogli frequentavano la chiesa. Non mancavano poi i momenti di solidarietà paesana, come quando tutti insieme, democristiani e comunisti, si rimboccarono le maniche per allargare la strada che portava in paese in modo da farci arrivare l’autobus. I protagonisti assoluti del libro sono i fondatori della casa del popolo, i paesani che dettero vita al Circolo Ricreativo Assistenza Lavoratori di Tobbiana e poi alla società semplice Fratellanza Lavoratori Tobbianesi. Il volume racconta come la casa del popolo sia nata nella casa di proprietà di una suora e di come fu costruito il nuovo edificio, grazie ad un’impresa quasi eroica di tanti volontari che si rimboccarono le maniche e tirarono su il fabbricato lavorando anche di sera dopo aver fatto i turni come operai della nascente industria tessile. Il libro racconta la fondazione della cooperativa e si sofferma sugli anni ruggenti del dancing La Roccia, dove si esibirono personaggi del calibro di Mike Bongiorno e Giorgio Gaber.
Alla presentazione del volume sono intervenuti, oltre ad una dirigente dell’Istituto Storico della Resistenza di Pistoia, anche Franco Benesperi della fondazione Banca Alta Toscana, Renzo Vannucci della Fratellanza Lavoratori Tobbianesi e Carolina Signori, della Pro-loco del paese. Del libro hanno parlato Matteo Grasso dell’Istituto Storico della Resistenza e lo studioso Antonio Fanelli autore di un importante studio sull’associazionismo cooperativo. Alla presentazione hanno assistito moltissimi cittadini di Tobbiana nel salone della Casa del Popolo.