di Giacomo Bini
marzo 2018
La Casa del Popolo di Montale ha celebrato il cinquantesimo anniversario della sua sede di via Martiri della Libertà con una cerimonia, alla presenza delle autorità e di moltissime associazioni, e con un prezioso libretto in cui è ricostruita, con documenti e foto, la storia di 50 anni di vita di un centro di aggregazione in cui è passata la storia civile e politica del paese. L’elemento che più colpisce nella nascita della Casa del Popolo, è il fatto che la costruzione dell’edificio è stata il frutto del contributo concreto di un centinaio di soci che hanno versato una quota ciascuno, sottraendo quei soldi a se stessi e alle loro famiglie. Erano operai, artigiani e contadini che hanno pagato di tasca propria per fedeltà ad un’ideale e per soddisfare il bisogno di uno spazio di confronto e di discussione. Ha certamente avuto un peso notevole la motivazione ideologica, a quell’epoca molto potente, ma è stata molto forte anche la capacità di anteporre il bene comune a quello individuale.
E’ stato giusto quindi ricordare i fondatori, nel 1955, della Società Civile che ha dato il via alla costruzione della Casa del Popolo: Bruno Cati (operaio), Santi Lombardi (impiegato), Brunetto Fiesoli (tessitore), Isoro Lucchesi (tessitore), Remo Risaliti (meccanico), Banilo Bessi (operaio), Martino Bartolozzi (maniscalco), Francesco Bartoletti (tessitore) e Amelio Berti (tessitore). Un riconoscimento è stato consegnato agli eredi e discendenti di ciascuno dei soci fondatori. Ma vengono ricordati anche i 64 soci che ogni mese hanno versato una quota per comprare il terreno e costruire l’edificio e i 34 sottoscrittori che versarono un contributo una-tantum. La società civile è stata presieduta negli anni da Amelio Berti, Brunetto Fiesoli, Giuseppe Becciani, Francesco Bartoletti, Athos Breschi, Aldo Piantini e Goretto Goretti. Attualmente il presidente è Gaetano Algozzino, che è stato il principale promotore della cerimonia del cinquantesimo e della pubblicazione del libro, insieme al presidente del Circolo Arci Goretto Goretti.
Si volle costruire la sede della Casa del Popolo proprio in quel punto dove si trova attualmente perché era di fronte al luogo dell’eccidio nazi-fascista di via Roma avvenuto nel 1944 e perché era nei pressi della precedente sede della Casa del Fascio. Il posto aveva un valore simbolico e per questo nel 1960 i fondatori furono disposti a pagare il terreno anche ad un prezzo superiore a quello di mercato: tre milioni di vecchie lire, per poco più di mille metri di superficie. L’attività della Casa del Popolo è iniziata nel 1967 ed è stata vivacissima sia sotto l’aspetto culturale che sotto il profilo politico. Sindaci e amministratori sono passati tutti dall’attività politica in quelle stanze. Ma anche tantissimi montalesi vi hanno trovato momenti di divertimento e di svago. La cerimonia del 50esimo è avvenuta nel ricordo vivissimo di Alpo Pieraccioli, uno dei sottoscrittori originari, venuto a mancare pochi giorni prima e da tutti ricordato con affetto.