di David Colzi
giugno 2010
Un regalo per le nostre lettrici. Alberto, è un quarratino che da diversi anni manca dalla nostra comunità, (anche se spesso torna a trovare parenti ed amici) perché lavora come modello a livello nazionale ed internazionale. Il suo curriculum è davvero eccezionale e comprende sfilate per stilisti quali Calvin Klein, Giorgio Armani e Roberto Cavalli; ha girato spot televisivi per la Coca Cola, Ballantine’s, Algida. Infine è apparso su copertine di riviste internazionali ed è arrivato quarto alle selezioni di “Mister Mondo” in Australia nel 1994.
Come è iniziata questa sua avventura?
Un po’ per caso, seguendo le orme della mia fidanzatina di allora che già lavorava nel mondo della moda. Erano i primi anni ’90 ed io entrai in una agenzia di Firenze per poi spostarmi a Milano.
Quando ha capito che quella era la sua vita?
Diciamo che mi ci sono ritrovato dentro quasi senza accorgermene: all’epoca avevo poco più che vent’anni. Certo quando ho vinto il concorso di Modello d’Italia ho capito di avere delle “carte da giocare”. Quello è stato il salto di qualità che mi ha portato a Milano, e da lì ad Atene, Parigi, New York, Monaco: così per cinque anni sono stato sempre in giro.
Quali sono stati i lavori più belli?
Tutti: tra sfilate, copertine di riviste e spot televisivi nazionali ed internazionali non saprei proprio che scegliere, anche perché nel mio lavoro ogni mezzo di comunicazione offre un’esperienza diversa.
C’è differenza fra il lavoro di modello e di modella?
Sono lavori simili: forse come quantità di lavoro, le modelle ne hanno di più, ma la competizione è identica.
A 23 anni fuori di casa: cosa hanno detto i suoi cari?
La mia famiglia è sempre stata contentissima e mi ha appoggiato in tutte le mie scelte. Da qualche anno mi sono trasferito a Firenze (anche se spesso salgo su a Milano), e la vicinanza del capoluogo toscano mi permette di essere abbastanza spesso a Quarrata.
Quindi continua ancora a vivere “con la valigia in mano”…
Vero. Molti vedono da fuori questo lavoro come un gioco, in realtà è molto impegnativo. Tenga presente che spesso un modello ha un preavviso di un giorno o addirittura di poche ore tra un lavoro ed un altro, senza Sabati o Domeniche, sia che si deva spostare in Italia o all’estero. E poi si deve sempre stare in una forma perfetta, perché si lavora con il corpo.
Quando pensa di “andare in pensione”?
(sorride) Per un modello l’attività lavorativa dura un po’ di più rispetto ad una donna. Io ho tanti colleghi ultra quarantenni che lavorano ancora, quindi anche io ho un po’ di strada da percorrere. Quando smetterò di fare il modello penso che troverò il modo di rimanere nell’ambiente, magari con un’altra figura professionale, dato che nella mia carriera ho conosciuto tante persone e personalità interessanti.
Che effetto le fa tornare a Quarrata?
Questo è il paese che mi ha visto crescere. Qui ho gli affetti familiari e gli amici, quindi trovo sempre il modo per tornare da queste parti: per me non è cambiato niente da quando sono partito.